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L’intervento di Bernini (M5S) alla Camera, ci è costato 100 mila euro

Di (---.---.---.51) 15 settembre 2013 18:31

Grillo’s refrain >

Prima promette di svuotare il Parlamento e dopo “scopre” che è una scatola vuota. Prima declama i valori della sua democrazia “liquida”, poi isola la “brodaglia” e adesso rinnega le “perdite”. Prima capeggia la crociata contro il Sistema e verso il “bene” ed ora sente il “richiamo” del suo pubblico.

Non sono bastati 7 mesi per “rodare” il suo manipolo di parlamentari.
Meglio allora ritrovare il “gusto” di agitare la folla.
Dall’alto del proscenio è facile intercettare bisogni e frustrazioni e spargere benzina sulla rabbia che monta.
La storia narra di “giullari” diventati famosi per la capacità di irridere i potenti e snidare i loro intrallazzi. Non c’è traccia di “comico”, né attore o autore di satira politica, che abbia pensato di porsi alla testa di un qualche movimento di riscossa popolare.

Dopo l’esperienza di 7 mesi Grillo conclude che, per non parlarsi addosso, servono “azioni, segnali e presenze”.
Quale miglior risposta di un altro “Vaffaday”?
Da ex comico sa che, per tornare a incassare applausi, gli basterà rinfrescare il campionario di gag, slogan e anatemi.
Per converso, il “politico” si misura dalla sua capacità di trovare soluzioni “concrete” e di risolvere i problemi reali. Ma questa è un’altra pagina.
Forse è solo Tutta colpa di Carosello se anche in politica piovono gli spot …


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