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Vilipendio al popolo italiano

Di (---.---.---.207) 28 aprile 2013 20:16
A proposito di Trilussa

“Finora semo stati troppo boni”,

 

Un giorno li Cavalli, stufi de fa’ er Servizzio, tennero un gran comizzio de protesta.

Prima parlò er Cavallo d’un caretto:

Compagni! Si ve séte messi in testa de mijorà la classe, bisogna arivortasse a li padroni.

Finora semo stati troppo boni sotto le stanghe de la borghesia!

Famo un complotto! Questo qui è er momento d’arubbaje la mano e fasse sotto!

Morte ar cocchiere!

Evviva l’anarchia!

Colleghi, annate piano:

Strillò un polledro giovane d’un principe romano ché se scoppiasse la rivoluzione io resterebbe in mezzo a un violetto perché m’ammazzerebbero er padrone.

Sarà mejo, piuttosto, de presentà un proggetto ne la quale...- Odia micchi, gras tibbi, è naturale! disse un morello che da ventun’anno stracinava el landò d’un cardinale. – Ma se ce fusse un po’ de religione e Sant’Antonio nostro c’esaudisse...

L’Omo, che intese, disse:

Va benone! Fintanto che ’sti poveri Cavalli vanno così d’accordo io faccio er sordo e seguito a frustalli!”


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