• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Dalla parte di Marco Pannella

Di paolo (---.---.---.44) 19 dicembre 2012 23:05

C’è poco da essere perplessi cari signori ,una giustizia che sia degna di tale nome presuppone una pena certa che deve essere scontata in strutture degne di un paese civile .Punto.
La situazione deficitaria delle nostre strutture penitenziarie , insufficienti ed indegne di una nazione europea ,non devono costituire un alibi per una accondiscendenza verso chi delinque .Se come dice l’autore un "decreto svuotacarceri " interessa al massimo il 2% della popolazione carceraria ,è questo è l’obiettivo di Marco Pannella ?
Abbiamo un sistema giudiziario malato che si nutre di inefficenze sia a livello processuale ( e ancor prima legislativo ) che a livello di espiazione della pena . Le carenze dell’uno non giustificano quelle dell’altro a meno di un disegno politico complessivo che porti a giustificare un provvedimento come l’amnistia o l’indulto. I paesi che hanno una amministrazione ordinata ed efficiente della giustizia non hanno bisogno di ricorrere a questi meccanismi che ormai sono diventati un pagliativo per scopi che poco o nulla hanno a che fare con un principio di giustizia .E Pannella li sta utilizzando per una battaglia personale ed autoreferenziale ,ha stufato . Provi a digiunare per le immonde prescrizioni concesse a chi sappiamo , niente ,anzi abbiamo visto come si sono comportati i radicali in certe occasioni (vedi Cosentino ) .

Non c’entra nulla il legalitarismo od il giustizialismo ,Travaglio e la "mi nonna " , la questione è politica e culturale e bisogna chiedersi " cui prodest " ,chi ha interesse a mantenere questa situazione di indeterminatezza , a chi giova un sistema giudiziario che non offre garanzie in nessuna delle fasi del suo iter ,da quello processuale a quello dell’espiazione della pena ? Provate a darvi una risposta, non è difficile .


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox