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La sposa promessa

Di (---.---.---.93) 1 dicembre 2012 10:44

Aggiungerei un piccolo particolare che qui mi pare che sfugga. La giovane Shira viene interrogata da un Rabbino di maggior "importanza" su quello che vuole fare in merito al matrimonio. Le sue risposte sono tutte inerenti al suo "dovere", al fatto che il matrimonio sarebbe "giusto" e così via. E il gran Rabbino dà il suo parere negativo. Coglie evidentemente che c’è, nelle risposte della giovane donna, un’assenza di qualcosa di affettivo. Solo in un secondo tempo, quando la donna torna da lui con una diversa disposizione d’animo, le nozze saranno "permesse".
Quindi un microcosmo in cui non si lascia che i diritti e i doveri prendano il posto dei sentimenti. E anche questo non ci si aspetterebbe in una società, poco conosciuta, che siamo portati a interpretare con qualche malignità. Ricordiamoci che la regista è un’ebrea ortodossa che appartiene a quel mondo.


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