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Rossana Rossanda lascia il Manifesto

Di (---.---.---.14) 26 novembre 2012 20:32

l’idea che una voce d’informazione e culturale importante, con una storia gloriosa alle spalle di intellettuali che hanno fatto la sinistra nel nostro Paese, almeno da una certa data in poi, debba per forza restare in vita e per di più grazie alle sovvenzioni di quello Stato contro il quale una critica radicale è d’obbligo appare sempre più come un qualcosa di antistorico. La lucida analisi della Rossanda è sostanzialmente questa e laddove il prodotto non riesce a stare sul mercato per mancanza di lettori deve chiudere. Discorso diverso è se lo stesso prodotto è diventato "avariato" dal punto di vista della economicità di gestione (personale, stipendi, spese varie). In questo caso sarebbe d’obbligo la sua ristrutturazione per abbattere i costi e vedere se con le vendite che ha riesce a rimanere in vita. Il peccato originale risiede nel finanziamento pubblico che ormai oggi è diventato un fatto immorale come qualsiasi finanziamento da parte dello Stato di qualsiasi impresa privata. 


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