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Medioriente: vincitori e vinti (compreso Odifreddi)

Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 23 novembre 2012 16:55
Fabio Della Pergola

Non tutti gli storici sarebbero d’accordo con te sulle finalità che citi. L’odio razziale precedeva e di gran lunga le motivazioni economiche. E ’pericolosità sociale’ o ’poteri’ sono definizioni che necessitano di interpretazione; detti così dicono tutto e niente.

So bene che la scala dimensionale è diversa (anche se gli arsenali nucleari rendono difficili i paragoni tra potenza militare di allora e potenza militare attuale), ma sono le motivazioni di fondo che fanno la differenza tra l’azione nazista e l’azione israeliana, non è questione dimensionale (e insisto che Odifreddi ha detto un’enorme stupidaggine). Un conflitto territoriale, per quanto violento, non è MAI equiparabile in alcun modo ad uno sterminio su base razziale, anche se, al limite, fa più morti. Confondere i due piani è falsificazione storica; anche se il figlio di Sharon che ho citato nell’articolo - forse non te ne sei accorto - delira completamente, il suo delirio non cambia la realtà.

Che poi il conflitto possa degenerare anche più di ora, può essere. Le tensioni con l’Iran vanno ben al di là del problema palestinese, proprio perché impostato su termini religiosi - "il piccolo Satana" - non territoriali. E se il conflitto prende questa piega (anche fra i coloni israeliani, sia chiaro) diventa davvero risolvibile solo con la distruzione di uno dei due contendenti.
Per questo le parole sono importanti: parlare di ’nazismo’ significa far scivolare il conflitto da logiche territoriali - quindi "terminabili" prima o poi - verso logiche ’razziali’ o ’religiose’ che per definizione non hanno fine se non con la morte dell’altro.


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