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Dalla Sicilia la battaglia per il reddito minimo garantito

Di (---.---.---.251) 17 ottobre 2012 21:43

Egregio lettore anonimo, Lei continua ad etichettare le mie idee, ha svelato il mio personale tentativo di capovolgere la realtà. Quale realtà? Ovviamente quella a Lei cara, dove non c’è possibilità alcuna di analisi ulteriore. E’ così e basta!

Vittimismo storico e polpettoni filosofici. Lei cita articoli di miei conterranei che addebitano all’egoistico Nord la colpa di tutti i mali siciliani; di solito non parlo di argomenti che non conosco, ma prendo come verità quello che Lei afferma. Questi siciliani sbagliano. Gli oltre ventimila dipendenti regionali sono nostri, li abbiamo voluti noi. E’ solo colpa nostra.
Però, io che faccio lo "gnorri" ragiono su problemi e soluzioni. Non rinuncio ad un futuro diverso, da raggiungere attraverso la ragione. 
Mi dispiace, ma devo evidenziare che le mafie si radicano e si espandono quando trovano un terreno fertile. 
Chi vuole una Sicilia diversa, chi lotta contro la mafia con le regole dello Stato e con la cittadinanza attiva, chi è consapevole di cosa siamo stati e siamo ancora oggi, di cosa siamo ancora capaci di fare, chi come il sottoscritto vive in Sicilia ha imparato a proprie spese che firmarsi con nome e cognome è uno schiaffo alla madre di tutte le regole mafiose: l’omertà.
Alfonso Albano



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