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Condannato il direttore Alessandro Sallusti. Bando alle ipocrisie

Di (---.---.---.249) 27 settembre 2012 19:45

Dignità >

Diffamare l’operato di un magistrato nell’esercizio delle sue funzioni è anche un modo di infangare la credibilità dell’intera categoria.
Questo sembra non essere un reato così grave da meritare la sanzione del carcere.

Come pena alternativa si potrebbe pensare alla sospensione o alla radiazione.
Peccato che si siano rivelate del tutto inefficaci.
Lo dimostra, guarda caso, proprio la confessione “ritardata” del sedicente autore dell’articolo che ha fatto condannare Sallusti.
Si tratta di un ex giornalista che, benché sospeso e poi radiato dall’albo, ha continuato a scrivere per anni sotto pseudonimo. Il tutto contando sull’omertà di colleghi e sulla “complicità” del responsabile della testata (Sallusti).
Alla faccia della radiazione inflitta.

Non solo.
Diventato nel 2008 Deputato, solo oggi (dopo una sentenza definitiva) trova la “coscienza” e sente la “responsabilità morale e giuridica” di scagionare il condannato rimediando ad un “errore giudiziario conclamato”.
Alla faccia del ruolo pubblico rivestito.

Siamo proprio sicuri che la detenzione sia sanzione così astrusa?
La dignità delle istituzioni conta sempre meno quando si perde il senso di Parola e Merito


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