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Elezioni: la domanda non è quando votare, ma chi. Prepariamoci a sei mesi di tortura

Di (---.---.---.147) 9 settembre 2012 14:03

Questo articolo ha suscitato in me una seconda domanda: come mai vengono citati due esempi di politica che, dal punto di vista della correttezza, paiono antitetici? Mi riferisco a Pertini e a Craxi. Forse ci dimentichiamo che uno è (quasi) "figlio" dell’altro, ovvero, provengono e si sono sostenuti mentre entrambi erano uomini di punta del PSI.
Forse la memoria storica talvolta ci fa dimenticare che Craxi e le azioni che lo avrebbero portato all’autoesilio erano in auge mentre Pertini era ancora una voce che si ascoltava e non ricordo che quest’ultimo abbia mai parlato di "mazzate e pietre" contro i membri del suo stesso partito.
Purtroppo si è incappati nel solito gioco politico: quello del compromesso. Compromesso che, se pur da un certo punto di vista inevitabile, quando non viene previamente definito con confini assoluti, ci porta alla seconda repubblica, a Berlusconi, Bersani e tutta quella gente che ora, giustamente, ci si chiede se è il caso di votare.
Piero


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