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Di Pietro prosciolto nel silenzio mafioso

Di Attilio.pi (---.---.---.153) 15 febbraio 2009 11:18

Il caso Di Pietro è chiaramente emblematico della strumentalizzazione che, a fasi alterne, dimostra che siamo in una fase di estrema confusione, soprattutto a sinistra, senza leader di carisma e prestigio in grado di trascinare democrarticamente maggioranze per l’attuazione, convincente, di una linea di sviluppo del Paese per superare la grave crisi che ci relega a "Paese Malato" d’Europa. Di Pietro, spinto ad entrare in politica da D’Alema fa la sua parte oggi, meglio di altri che hanno optato per la distruzione dei Partiti tradizionali, DC,PSI, PCI, PLI,MSI, etc., senza obiettivi e progetti validi per costruire un bipolarismo unificante soprattutto a sinistra, ancora più grave, per il momento di scompenso mondiale dell’equilibrio che governava il Mondo prima della caduta del "Muro" di Berlino. Oggi la situazione si è aggravata per la ricerca affannosa e confusa, non della conquista del consenso effettivo delle masse, che hanno sempre più bisogno di difesa, proprio per la mancanza di "strumenti" validi e "veicolo di democrazia" come erano considerati dalla Costituzione i vecchi Partiti, ma per tentare impensabili intese, a destra, con cattolici, col padronato industriale, facendo silenzio assoluto sulle conquiste perdute dopo il primo Centro Sinistra e il virulento attacco contro il PSI che ne era il vero propulsore. Questo è il punto essenziale! Senza i socialisti ,che coinvolgevano parti sempre più grandi di cattolici, anche sui diritti civili, ed ispiratori di grandi conquiste come la legge "erga omnes", il SSN, la scuola, l’abolizione delle gabbie salariali, la politica di sviluppo del mezzogiorno d’Italia, le nazionalizzazioni, la difesa dei diritti delle donne sull’aborto, quella sul dovorzio dopo la vittoria clamorosa di Loris Fortuna su Fanfani, ogni prospettiva di sviluppo si è arenata irrimediabilmente e non si intravede possibilità alcuna di reale miglioramento stante la pochezza o addirittura l’assenza di un disegno vero di unità per lo sviluppo ed il superamento della crisi che ci coinvolge ad ogni livello e non sia solo finalizzato al mantenimento di una "casta" di perdenti, in cerca di loro esclusiva stabilità. Attilio Pizzarello


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