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Elezioni regionali Sardegna. Soru, l’incubo di Berlusconi?

Di maurizio carena (---.---.---.230) 13 febbraio 2009 16:04
maurizio carena

 credo che ci sia un errore di prospettiva nell’articolo.

 E’ vero che lo spilungone di Arcore cerca di dare, surrettiziamente e strumentalmente, una valenza politica nazionale alle prossime elezioni sarde. E gli conviene: sta vendendo un prodotto (il suo presatanome isolano) e ci vuole ovviamente mettere il suo marchio.
 Al contrario Soru ha dimostrato di essere attaccato alla sua terra in un modo quasi "patologico": era sul continente ed e’ tornato in Sardegna; ha battezzato la sua impresa, nata e cresciuta in Sardegna, Tiscali, ispirandosi al cuore dell’isola; si e’ fatto ovunque nemici bloccando la colata di cemento che tradizionalmente stupra le coste sarde da decenni.
 Soru sta lottando per la sua Sardegna. Senza secondi fini.
 Conosco semplici consiglieri comunali, con molti meno soldi e potere, che hanno tradito rifondazione comunista, dopo la debacle elettorale, e sono transitati nel PD, come bere un bicchier d’acqua. Se vuoi ti faccio nome e cognome. Sono questi transfughi che vogliono tentare il balzo nella politica nazionale, quella che conta e che rende davvero.
 Quella e’ gente che mi fa schifo.
 E lo dico con rammarico perche’ negli ultimi 15 anni ho votato quasi sempre rifondazione, ma ho scoperto che, nella realta’ isolana sono dei notabili anche loro, come gli altri. Dei pragmatici o paraculi, che dir si voglia.
 Di Soru si puo’ dire tutto il male che si vuole ed errori ne ha fatti anche lui. Ma non che abbia in mente qualcosa che non sia la sua terra. E l’ha dimostrato in ogni suo atto. (salvacoste, statutaria, limba etc)

 Pero’ lui non deve niente a nessuno e fa quello che dice: Soru crede in quello che dice. Questo lo rende pericoloso, sommamente pericoloso, per il bugiardo di Arcore.

 Il pluriprocessato di Arcore e’ il vecchio. E’ vecchio. 
 Soru e’ il nuovo. 
 E’ questo, in ultima analisi, che i gazziettieri prezzolati di Mediaset devono cancellare. Ed e’ per questo che c’e’ "candidata" quella risibile controfigura di Pierugo Cappelloni.

 Vedremo se riusciranno a venderci questa ennesima impostura. A giudicare dall’Italia e dall’Abruzzo sembrerebbe di si. (sic!)
 m.c.
 


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