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Il misterioso caso di Cristiano Di Pietro

Di mabo (---.---.---.227) 12 febbraio 2009 20:49

Articolo interessante che dovrebbe stimolare la necessità di una vera riforma della giustizia, che accorci i tempi del giudizio, sia in sede civile sia in sede penale.

E’ facilmente intuibile che, se a seguito della pubblicazione di articoli calunniosi o non rispondenti alla verità, seguisse un accertamento immediato delle responsabilità nella loro divulgazione, con relativa condanna, i promotori di tali iniziative ci penserebbero due volte prima di diffondere notizie prive di fondamento.

Con l’attuale sistema, la “giustizia” va in soccorso del calunniatore che il suo scopo lo ha comunque raggiunto cioè l’effetto annuncio che, come si sa, ha una forza nettamente superiore a quella dell’eventuale smentita, sia per tempistica sia per una affievolita ricezione del pubblico.

 

Ritengo comunque Antonio Di Pietro meritevole di elogio per aver obbligato il figlio (anche se non responsabile di alcun reato) alle dimissioni se non altro per ribadire con forza la necessità di una svolta nel comportamento dei politici.

La raccomandazione, in qualsiasi forma, ed in qualsiasi contesto, è una ingiustizia nei confronti di chi ha maggiori titoli per aspirare ad ottenere un posto di lavoro o qualsiasi altra cosa con un comportamento lineare, senza sotterfugi.

Forse la raccomandazione è sempre esistita, ma ciò non significa che si debba proseguire in questo malcostume, che tra l’altro impedisce lo sviluppo sociale.

 

Un saluto.

Mauro Bonaccorso


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