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De Pedis, Welby e tutti i buoni motivi che allontanano dal cattolicesimo

Di (---.---.---.240) 20 maggio 2012 09:49

Scusi in che senso il commento è anonimo? Il form di commento non permette di inserire nome e cognome. Comunque mi chiamo Giuliano Vista, sono un seminarista al 4° anno di studi e spero un giorno di divenire servo di Gesù.

Qui mi sembra che lei stia facendo anche pubblicità ad altri siti, io non so se sia consentito, ma ho letto quello che ha scritto. Il discorso di Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, lo conosciamo tutti molto bene.

Proprio perché ha nominato lo stimatissimo prof. Di Pietro, le riporto per conoscenza un estrapolato molto chiaro sulla vicenda, scritto e pubblicato appunto dal predetto caro editoliarista cattolico.

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IL CASO BARRAGAN E PADRE LOMBARDI

Un particolare estrapolato della dichiarazione che il Cardinale Barragan rilasciò a Pontifex.Roma nel novembre del 2009 - "Trans e omosessuali non entreranno mai nel Regno dei Cieli, e non lo dico io, ma San Paolo" - ben strumentalizzato anzitutto dagli ambienti ecclesiastici progressisti, quindi in odore di eresia, e dai circoli gay, portò addirittura padre Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ad esprimersi come segue:

"First of all I would like to point out that the site, pontifex.roma.it, lacks authority and is not a good source for understanding with objectivity the church’s thoughts on complex and delicate issues like evaluating homosexuality. It would be better, for example, to refer to the Catechism of the Catholic Church, which does talk about homosexual acts as ’disordered,’ but takes into account the fact that ’the number of men and women who have deep-seated homosexual tendencies is not negligible [...]". [13]

Questa dichiarazione di padre Lombardi, per altro doverosa, è ormai da anni strumentalizzata; in particolare si è estrapolata la seguente dichiarazione e se ne è costruito un castello di sabbia "pontifex.roma.it, lacks authority and is not a good source".

Motivazione?

Cercare di censurare e disonorare a tutti i costi l’unico sito cattolico che ha avuto il coraggio di affrontare l’argomento in maniera chiara ed a fini di amorevole correzione fraterna. Certo, talvolta qualche editorialista ha usato termini forti, tuttavia questo non giova ai fini della pura teologia che, lo ripeto, non è mai stata manomessa.

A determinate sollecitazioni, Pontifex.Roma ha rivisto la propria linea, pertanto anche i toni talvolta più "ruvidi" e "arcigni" sono stati mitigati e, in vari editoriali, è stato ben precisato che qualora il lettore dovesse ravvisare espressioni - a parer suo - forti, Pontifex.Roma sarà solerte nel provvedere - ove opportuno - ad apportare modifiche.

Tutti i siti od organi deputati alla comunicazione, oltre www.vatican.va e gli altri organi di stampa ufficiali della Santa Sede (ben specificati sia sul sito www.vatican.va che sul sito Pontifex.Roma), sono da reputarsi "not a good source" o "lacks authority"; l’alba lontana dell’ex Dicastero della Curia Romana detto «Pontificium consilium de communicationibus cocialibus».

Fu proprio Papa Pio XII ad istituire il suddetto Dicastero. Successivamente lo stesso Pontefice promulgò la «Miranda Prorsus» per meglio definire i compiti degli esperti facenti parte del Dicastero stesso.

Papa Paolo VI, con il motu proprio «In fructibus Multis» decise che il Dicastero divenisse «Pontificia Commissione per le comunicazioni sociali»; definì ulteriori regole e più moderni metri di valutazione e di supervisione. La Commissione è in continua e costante attività, anche per adeguarsi alle nuove tecnologie.

Quindi, per chiarire una volta per tutte la faccenda strumentalizzata ad hoc, non è MAI possibile definire "good source" o dotato di "authority", in materia di retta ed ortodossa evangelizzazione, qualsiasi organo di informazione che non sia supervisionato (direttamente o indirettamente) dalla «Pontificia Commissione per le comunicazioni sociali» o dalla stessa sala stampa della Santa Sede.

Come farebbe il Vaticano a dare l’ "imprimatur virtuale" a tutti i siti cattolici del mondo? Sarebbe impossibile.

Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, nel 1988 con la «Pastor Bonus», stabilì dettagliatamente compiti e competenze dei vari Organi, Dicasteri, Congregazioni, Commissioni, Consigli, ecc ... ecc ...

E’ da sempre stato stabilito che tutti gli organi di informazione non verificati (direttamente o indirettamente) dalla «Pontificia Commissione per le comunicazioni sociali» o riportanti bollettini della sala stampa stessa (privi di alterazioni o considerazioni personali), vanno letti con il "dovuto discernimento" e non godono di "autorità".

Questo concetto è ben indicato anche su Pontifex.Roma, ma vale per il sito del prete, per il sito del vaticanista, per il sito della parrocchia, per il sito della congregazione privata, per quello dell’associazione, per il sito della confraternita, come per qualsiasi altro sito che tratta di tematiche cattoliche (nessuno escluso).

Se un cardinale, non sia mai, dovesse ubriacarsi e pubblicare corbellerie sul suo sito, le sue dichiarazioni andrebbero lette con il dovuto discernimento e non certo ne sarebbe responsabile la Santa Sede.

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Concludo esprimendo ancora dissenso sull’articolo, che risulta essere oltre che impreciso, anche poco prudente, non corredato da fonti certe, molto denigratorio.

Mi meraviglio che Agoravox, che è un portale che dovrebbe avere altra funzione, viene usato per distribuire queste pochezze.

Non commento poi il suo commento che rasenta il ridicolo.

Segnalerò all’amministrazione di AgoraVox l’abuso che sta facendo del sito, perché leggendo la policy della fondazione, mi sembra proprio che lei stia abusando dello spazio che le è concesso.


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