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Taranto, il ricatto per una morte certa

Di lungi (---.---.---.140) 13 dicembre 2008 11:11

Il 29 novembre, a Taranto, 20000 persone sono scese in piazza per l’ambiente.
Centinaia di tarantini nelle associazioni o nei comitati cittadini sfidano ogni giorno l’ostracismo dei media locali e nazionali e la condanna dei politici per informare i tarantini sulle tematiche della salute e dell’inquinamento.
I siti internet e i blog sono sempre più visitati.
La coscienza civica si sta risvegliando giungendo a lanciare anatemi sulla pubblica piazza verso politici e amministratori collusi e correi del disastro.
E la politica ubbidisce, finalmente, proponendo la prima legge regionale in Italia che ponga limiti alle emissioni di diossina dell’Ilva!
E la città ci sarà al Consiglio Regionale quando, martedì 16 dicembre 2008, sarà messa ai voti questa legge.
In centinaia saliranno sui 10 pullman affittati per l’occasione e molti altri raggiungeranno Bari in auto.
Qualcosa sta cambiando e oggi ciò di cui Taranto ha bisogno non è la pena e la rassegnazione degli emigranti ma la determinazione di chi vivendo qui, stanco di fumarsi senza volerlo una media di 10 sigarette al giorno in benzoapirene nell’aria, si rimbocca le maniche e grida la propria dignità.
Al danno locale si aggiunge poi il disastro europeo che ha acconsentito alla richiesta di Berlusconi di deroga a Kyoto per l’industria siderurgica fino al 2020!
Taranto è una città strategica internazionale e i tarantini sono piccoli piccoli sotto il maglio di questa lobby economica. Ma lottano lo stesso e rischiano ogni giorno per il proprio futuro accettando di restare qui e di farlo consapevolmente!


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