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Libia: il tesoro da dividere

Di Vito Enzo Salatino (---.---.---.245) 9 marzo 2011 16:49

Il tesoro della Libia.

Il significato di fondo sull’azione militare internazionale prospettata in Libia e la prossima "defenestrazione definitiva" di Gheddafi, descritto nell’articolo, è condivisibile.

Ma la ragione economico-strategica dell’intervento internazionale non è condivisibile.

Non sembra affatto il petrolio o "l’oro nero", che notoriamente non è più oro da un pezzo, perchè è noto che il picco domanda / disponibilità di petrolio è superato, il petrolio è in fase produttiva calante verso la carenza e l’esaurimento, sorgente di guai e problemi enormi conseguenti, ambientali, economici e finanziari, tant’è vero che tutti i paesi avanzati ne auspicano e procurano la radicale sostituzione, al punto che l’opinione internazinale considera il petrolio non più oro, ma fuffa temporaneamente necessaria, da cui uscire però al più presto.

E’ anche noto per esperienza che la caccia accanita a qualcosa che si sta dileguando non dà frutti, non ha senso e alla fine lascia in mano con ogni probabilità solo un pugno di mosche, come si suol dire.
E quando si apre la mano, dopo tanto sforzo, non c’è più nulla, se non qualche escremento.

E poi la Libia come fornitore internazionale di petrolio conta molto poco, se non nulla. 

La posta in gioco è presumibilmente un’altra, ben più importante e fondamentale del petrolio.

Quesito proposto ai lettori:
quale potrebbe essere il tesoro materiale, fondamentale della Libia, su cui si gioca anche il futuro economico dell’Italia ?

Vito Enzo Salatino


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