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Ballarò: una fessura sull’Aquila

Di Luciano B. L. (---.---.---.159) 19 febbraio 2011 17:13
Luciano B. L.

Ballarò come Annozero di molti mesi fa. Floris, come Santoro, trattano la questione aquilana a loro uso e consumo. Men che superficialmente. Solo per scalfire un po’ la teoria del fare di B. D’un impotente che si crede onnipotente. Che c’abbindola con la topa e con la casa (con TV).

Però, ora, gli amici de L’Aquila sembrano solo disorientati. Può bastare la raccolta di firme sulla proposta di legge per la ricostruzione che viene solo intensificata in queste ore? Con i banchetti presso le lottizzazioni residenziali del Piano C.A.S.E. dove stanno ricoverati solo 13.931 terremotati con la casa distrutta od inagibile. Si potrebbe rammentare che le 185 case del Progetto C.A.S.E. sono state fatte per 17.000 senza tetto del Capoluogo. Dal 11 maggio dello scorso anno, 650 persone sone uscite dai 4.449 alloggi senza essere rimpiazzati da altre. Ben 161 solo dall’inizio del 2011. Oggi, le case della Protezione civile potrebbero ospitare altre 3.069 persone. Assai più di quelle che stanno ancora nelle strutture alberghiere (1.397 persone) e nelle Caserme (307 persone). Perché? Giacché pochi le gradivano hanno fatto pure i M.A.P., dove finalmente stanno altre 2.883 persone. Più le innumerevoli casette in legno sorte ovunque. Tutto in deroga. Per l’emergenza. Pure premiando Bertoleso. Senza un vero Piano di Ricostruzione.

Su questo poi conviene tacere ancora? Chiodi sollecita i Comuni a fare i Piani di Ricostruzione. Cialente tergiversa preferendo il suo fantomatico piano regolatore. L’assessore all’urbanistica (Roberto Riga) dribla e fa melina. Vergognosamente.


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