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Il lavoro al tempo di Marchionne

Di Pere Duchesne (---.---.---.203) 8 gennaio 2011 10:58
Pere Duchesne

Direi che effettivamente la FIOM si batte, ma sembra solo per mantenere il proprio ruolo, senza guardare in faccia alla realtà, utilizzando parole, schemi logici, valutazioni economiche sepolte, e talmente vecchie da essere quasi ridicole. Non c’è dubbio che il referendum avviene sotto un ricatto, ma cosa ha fatto la FIOM per tantissimi anni se non ricattare la FIAT (e non solo)? Cosa ha fatto per contrastare l’assenteismo selvaggio, i boicottaggi, la superflua moltiplicazione dei permessi sindacali e le centinaia di delegati in fabbrìca, ma non per lavorare, i picchetti, e l’imposizione violenta degli scioperi ? Perché ha sempre osteggiato qualsiasi forma di referendum, come se avesse sempre paura di contarsi? Per anni la FIAT ha avuto bisogno dell’Italia, come l’Italia ha avuto bisogno della FIAT. Ora l’Italia ha ancora bisogno della FIAT, ma la FIAT non ha bisogno dell’Italia, che piaccia o non piaccia alla FIOM, e per questo che il referendum avviene sotto forma di ricatto. Il mondo è cambiato, i rapporti economici fra stati non sono quelli di venti o trenta anni fa, ma la FIOM è rimasta al “salario variabile indipendente”. Tutto questo non è certo bello, ma la FIOM dovrebbe provare ad uscire dalla sua corazza ideologica e cercare di capire come gestire questo nuovo mondo economico, e fare proposte alternative, ma dubito molto che ne abbia la capacità. Alla FIAT il referundum passerà, la FIOM abbozzerà, ma continuerà con azioni di disturbo all’interno della fabbrica per dimostrare di essere viva, e morirà con la FIAT italia.


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