Ciao Alessio, dopo la morte di Ferdinando Caccavale la situazione ad Afragola è molto delicata; ma in generale, la situazione in cui vivono gli immigrati nelle periferie di Napoli, o sul litorale domitio, nell’entroterra napoletano e casertano, gran parte dei quali sono quelli che sono stati espulsi dalle fabbriche del nord ed hanno perso il permesso di soggiorno, costretti a lavori sottopagati nelle campagne, oppure nelle "imprese" familiari degli italiani, con sistemi di "comando" di tipo paternalistico; rischia di portare prima o poi ad ulteriori esplosioni di violenza etnica (o di "classe"),come è successo già in tutti i paesi europei che hanno una storia di immigrazione più lunga dell’Italia.
Aggiungiamo che la crisi (anche del modello d’impresa camorristico) spinge aree nelle quali il livello medio d’istruzione è molto basso, dove la qualità della vita è scadente, a ricercare modelli identitari che possono portare ad escludere gli immigrati dal "comune" senso dell’identità locale, ed ecco che incominciamo a capire dove rischiano di portare tutte le aggressioni agli immigrati (sputi, schiaffi, lanci di pietre, gavettoni, etc.) che quotidianamente vengono segnalate alle associazioni. Anche se in gran parte i protagonisti sono giovani aspiranti affiliati ai clan. Forse si tratta ancora di una prova di coraggio che devono sostenere per entrare nelle grazie dei "capi"...