Forse occorrerebbe leggere con più attenzione il Rapporto: è chiaramente detto (pag. 27) che "a causa delle differenze nella raccolta dei dati, una comparazione diretta (...) non può essere fatta tra gli Stati Membri". La comparazione, cioè, fatta nell’articolo non ha alcuna validità, e ad affermarlo è il Rapporto stesso. C’è, invece, una comparazione che deve essere fatta. A pagina 30 dello stesso Rapporto c’è una tabella che valuta la qualità (e quindi l’affidabilità) della raccolta dati dei singoli Stati, classificandola in quattro gruppi: "Esauriente", "Buona", "Limitata" e "Nessun dato ufficiale". L’Italia fa parte del gruppo "Limitata", In altre parole,il numero relativamente basso di incidenti razzisti non corrisponde alla realtà: è piuttosto il risultato dell’assenza di un sistema per registrarli. O, se preferite, nel DNA degli italiani non è assente il razzismo, ma la capacità di denunciarlo.