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La lunga marcia del fotovoltaico

Di maurizio (---.---.---.47) 17 settembre 2010 20:50

Egregio Prof. Bariletti,
lei espone in modo chiaro e con spunti tecnici precisi alcune osservazioni, a mio modesto avviso, corrette. E’ vero che la rete elettrica non è stata concepita per una generazione diffusa come quella che potrebbe realizzarsi mediante il fotovoltaico.
Aggiungo però alcune mie considerazioni:

1) Il fotovoltaico permette la realizzazione di centrali anche di dimensioni "significative" (es: 30/40 MW). In questi casi è possibile ipotizzare la parallela realizzazione di rami di rete in mt idonei all’uso.
2) E’ vero che la produzione di energia elettrica non è del tutto sincrona con la domanda ma anche nella migliore delle ipotesi sarà difficile che l’energia prodotta non trovi consumo praticamente immediato. Inoltre nessuno immagina che il fotovoltaco sarà l’unica fonte di produzione di energia elettrica. Da seguire, infine, l’evoluzione del fotovoltaico a concentrazione che permette di superare il problema del disaccoppiamento tra domanda e offerta (vedi progetto di Rubbia in Sicilia).
3) Posso garantire per esperienza che l’Enel sta cogliendo l’occasione delle installazioni fotovoltaiche per ammodernare la rete (spesso obsoleta) facendo talvolta adirittura realizzare cabine elettriche in bt in compartecipazione di costo con i clienti finali (ricordo che solo sopra i 200 kwp tale costo è a carico dell’utente che richiede la connessione).
4) Concordo con l’idea del mix energetico ma con il fotovoltaico che abbia un ruolo importante e non marginalissimo.
Cordiali saluti.
Maurizio


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