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Borse nel cul de sac del debito incomprimibile

Di Antonio DS (---.---.---.42) 5 giugno 2010 21:43

Secondo me è una visione troppo semplicistica e, sebbene con una parvenza di plausibilità, trascura eccessivamente il ruolo delle banche con le loro consociate off shore ed il peso di una proliferazione finanziaria esagerata che ha creato montagne di soldi senza il controvalore in beni...
Ad oggi sembra che tutto debba dipendere dagli indici di borsa, ma spesso non si comprende bene ciò di cui si parla. Basta il solo esempio degli ormai tristemente famosi miliardi bruciati nelle giornate di borsa ribassista, ma quando la borsa è rialzista non ci si preoccupa mai che lievita? E’ banale, ma non si brucia un bel fico secco, le quotazioni sono riferite a degli scambi se da una parte si cede un titolo dall’all’altra si cede una somma di denaro, quindi quei miliardi che si dicono bruciati, da una parte sono passati di mano e rimangono nelle tasche di chi li ha venduti, dall’altra, chi detiene quei titoli, ci avrà perso la differenza.... Quindi sarebbe più corretto dire che gli ultimi acquirenti ci hanno rimesso e gli ultimi venditori ci hanno guadagnato, e non solo che si son bruciati miliardi! Ha veramente un senso pagare a volte un’azione 10 volte il suo valore nominale, solo nella speranza che questo possa ulteriormente salire e poterlo vendere prima che si abbassi? questo non è mercato, è puro gioco d’azzardo, quindi, basta coi soliti piagnistei e un po’ più coerenza!


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