• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

L’incidente di Berlusconi

Di Massimo Famularo (---.---.---.59) 19 dicembre 2009 21:38
Massimo Famularo

No non sono mai stato iscritto ai gruppi pro tartaglia.
Mi sembrano di cattivo gusto al parti di numerose trasmissioni televisive che non guardo e testate giornalistiche (o pseudogiornalistiche) che non leggo.
Tuttavia non trovo pericolosi "Novella 2000" o "Uomini e Donne" perchè non credo che possano corrompere le giovani menti; non credo che i film e fumetti horror possano produrre serial killer;
parimenti non credo che i gruppi pro Tartaglia possano causare del male.
Non mi sembrano un bella prova di buon senso, ma sono un prezzo che pago volentieri per mantenere la libertà di espressione: preferisco che alcuni si possano esprimere in modo sgradevole piuttosto che rischiare che la censura ci renda meno liberi.

La frase di dipietro non era il massimo dell’efficacia comunicativa. Si è pero spiegato in seguito che lui voleva dire che condanna il gesto e non lo giustifica in alcun modo. Chiarito questo, ha lecitamente osservato che se esiste un clima conflittuale che in qualche modo ha contribuito al verificarsi del gesto insano, uno dei principali responsabili di questo clima è la vittima stessa dell’aggressione.

Questo ovviamente non giustifica in alcun modo nè il gesto ne l’aggressore.

E’ inoltre una strumentalizzazione bieca dire che l’atmosfera conflittuale l’hanno montata gli oppositori della maggioranza. Con due o tre ricerche su internet si trovano facilmente frasi di fuoco pronunciate dal premier e dai principali esponenti della maggioranza (la lega ha il fucile facile).

In sintesi secondo me nessuno che abbia un pò di buon senso può
-giustificare l’aggressione al premier
-iscriversi ai gruppi pro tartaglia
-credere che l’aggressione sia stata istigata dai media o dal web
-credere che facebook sia pericoloso


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox