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Il movimento no global ha perso e la globalizzazione ha vinto

Di Maria Lutero (---.---.---.25) 1 dicembre 2009 13:32

Non sono molto d’accordo.

I cosiddetti "paesi in via di sviluppo" che adesso stanno conquistando il mercato e il primato produttivo e finanziario (agli USA resta solo quello militare), sono un fenomeno diverso dalla "globalizzazione".
Il termine "globalizzazione" non vuol dire nulla. Se parliamo di un’interrelazione su scala globale delle tecniche comunicative/informative in ogni ambito della produzione e della distribuzione, ebbene in questo senso la "globalizzazione" esiste REALMENTE solo in Occidente. Da una ricerca pubblicata da Ulric Beck nel 2001, l’88% degli africani non sa neanche cosa sia un computer.
Ma per "globalizzazione" si intende anche (ed è quello contro cui protesta il movimento no global, tutt’altro che morto, anzi rinvigorito dopo Impero di Negri) l’occidentalizzazione del mondo. Cina, India ecc.. non sono poli alternativi all’Occidente. Sono poli già occidentalizzati, dal mercato, dalla pubblicità, dall’ideologica stessa del capitalismo, con le sue sovrastrutture e contaminazioni culturali. I giovani cinesi ormai pensano come occidentali, hanno i modelli del successo, della competizione, del potere, della ricchezza, della spettacolarizzazione. 
Esiste un conflitto geo-politico ininterrotto dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi. Apparentemente era Est contro Ovest (USA - URSS); in realtà era NORD CONTRO SUD (i due imperialismi alla conquista del Sud).
Dopo la caduta del Muro è rimasto un solo imperialismo, quello anglo-americano, quindi essendo rimasto solo il modello capitalistico, lo scontro NORD CONTRO SUD, poichè il nord è TUTTO CAPITALISTICO, ormai ha assunto la forma di "occidentalizzazione del mondo" (definizione di Latouche). 
Contro la conquista del Sud noi ci opponiamo.

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