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Commento di Federico Rocchi

su Digitale terrestre: una vecchia tecnologia, svenduta per innovazione


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Federico Rocchi 28 maggio 2009 21:06

Cara Emilia, se alla fine del suo (traballante) articolo non avessi preso la cosa sorridendo sarei qui a sottolineare una per una le "inesattezze" che lei ha, con arroganza chiaramente controproducente, collezionato sia nel testo che nelle risposte.
Più che affrontare il piano tecnico, economico, sociale, che lei evidentemente o non conosce o confonde con qualcos’altro, mi piacerebbe sapere davvero il motivo che la spinge a questa clamorosa disinformazione, il tutto presentandosi come "giornalista", ovvero alla faccia del codice deontologico della professione. Dipietrismo congenito?
Il problema è che quando si parla di fatti bisogna, se non altro, stare molto attenti a non spararle cronologicamente troppo grosse: la "tecnologia digitale terrestre", direi anche ovviamente, non può essere stata sperimentata addirittura negli anni 70 e in particolare in USA o GB visto che gli algoritmi di compressione del gruppo MPEG sono stati studiati soprattutto nel nostro paese nei laboratori CSELT (http://it.wikipedia.org/wiki/CSELT) dallo stesso Prof. Leonardo Chiariglione che ha curato lo sviluppo anche della compressione MP3, della quale nonostante tutto anche lei avrà probabilmente sentito parlare... A maggior prova di questa semplice osservazione basti infine ricordare che la prima trasmissione digitale televisiva è avvenuta via satellite nel 1990 in occasione dei Campionati del Mondo di Calcio e indovini un po’ chi l’ha realizzata? Gli americani? Gli Inglesi o i Giapponesi?
Sulle altre castronerie sorvoliamo.
Grazie per la serena serata, il suo articolo è stato decisivo per tirarmi su di morale, a patto di non prenderlo sul serio! :)

PS: DDT è il noto antiparassitario oramai vietato in tutto il mondo. L’acronimo corretto è DTT...


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