Il Suo commento è costruttivo, pacato ed
articolato, grazie. Tuttavia, le sue argomentazioni confermano quanto ho
scritto nel post, vale a dire quanto sia complessa la lettura e la comprensione
del Ddl Zan. Il Suo richiamo al Codice penale dimostra la mancanza di una
precisa ed esatta elencazione dei limiti applicativi relativi alle ‘discriminazioni’.
Se fosse passato il Ddl Zan non sarebbe stato più possibile ’esprimersi liberamente’ senza rischiare di passare per ‘discriminatori’. Nel nostro ordinamento esiste
già una normativa che tutela la dignità dell’individuo (etero e non) e la sua
privacy, ma se il problema era introdurre nel C.P. la modifica che Lei ha correttamente
indicato e che condivido, perché proporre una nuova legge? La mia risposta è
chiara, il Ddl Zan non è solo questo, è un’altra cosa. Lo scopo non era quello di aumentare o introdurre le
pene per chi viola la dignità delle persone LGBT (sempre che sia concesso poter
utilizzare ancora questo termine), ma quello di mettere al centro della vita
culturale del Paese il tema delle diversità sugli orientamenti sessuali. Sono ancora più chiaro.
L’obiettivo era portare nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, pubbliche
e private, il tema della biofobia e della transfobia. I diritti legittimi dei transgender dovevano cioè diventare il centro della cultura italiana. Una
minoranza che vuole imporre i suoi dogmi mi ricorda il passato. Non è
accettabile. La politica deve smetterla di scariche
i suoi problemi sulla scuola. La stessa cosa è avvenuta con l’introduzione di
Educazione civica. Ma di questo ho scritto in un altro post che trova, se vuole, nel mio
blog.