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Commento di Persio Flacco

su Dopo l'attacco: l'imprevedibile e il prevedibile in Medio Oriente


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Persio Flacco 11 gennaio 2020 20:38

Non voglio imbarcarmi nella ennesima polemica sterile, ma posso dire che sull’argomento la interpretazione egemone è senza dubbio viziata. Ed è stata viziata con una abilità mostruosa. Ne sono certo perché analizzo da una vita il sionismo, e non per un freddo interesse culturale.
La voglio confondere un po’: se essere sionista significa volere che Israele viva e prosperi allora io sono sionista. smiley Eppure è per questo che detesto il sionismo.

Riguardo alla scarsa profondità strategica di Israele: non serve un ordigno nucleare per colpirlo duramente: per questo ho citato il conflitto con Hezbollah del 2006.

Per finire la domanda che dovrebbe porsi chi porta il suo piccolo o grande contributo alla corrente che persegue la guerra all’Iran: "Sono sicuro che l’Iran voglia distruggere Israele?"

La realtà potrebbe essere meno semplice di quanto molti "sionisti" pensano.

Purtroppo quando semplicità e complessità si scontrano in una mente superficiale o distratta, la prima ha sempre la meglio.
Un piccolo contributo a davore del chiaroscuro da fonte non [molto] sospetta: http://moked.it/blog/2016/06/07/italia-iran-viaggio-tra-i-pregiudizi/


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