@Marina Serafini
Grazie! Gradite e interessanti le tue riflessioni (consentimi il tu, che rende più agevole il dialogo), che aggiungono sempre qualcosa ai miei post attraverso ulteriori “domande”: il che a mio parere è l’obiettivo di qualunque ricerca(Popper)
Il punto di partenza è quello posto nei primi righi del post, e che poi consiste appunto in una domanda: perché quel desiderio e il piacere di vedere “punire” e umiliare gli altri, anche se sono “cattivi”?
Non credo che questo implichi un relativismo radicale, come dimostra quello che scrivo nei miei post.
Si possono avere posizioni e perseguire attivamente valori senza che ciò debba implicare il “mestiere” del “giudicare” o la necessità della polarizzazione delle società umane, con i “buoni” tutti da una parte e i “cattivi” tutti dall’altra; e senza che importanti termini e concetti ideali vengano usati come un’arma contro altri, invece che come ponti o messaggi.
Mi ha sempre incuriosito e colpito l’invito insistente a non giudicare che troviamo anche in testi religiosi come la Bibbia cristiana, a proposito della quale non credo si possa parlare di relativismo. Un cordiale saluto.
Pino Mario De Stefano