STOP > La cittadinanza non è una “medaglia” da conferire per
interposta persona (genitori), da esibire pro-tempore e da poter ricusare
appena maggiorenni. Il legame dinastico investe la famiglia d’appartenenza del
compito/dovere di trasmettere cultura, regole e valori a retaggio di tradizioni
che accumunano e “identificano” le generazioni passate e future. Per un giovane
immigrato la cittadinanza è complemento della maggiore età. Come traguardo
“meritato” di un percorso sviluppato e implementato scientemente nel corso di
anni. Anche perché ricevere lo “status” di cittadino oltre ai “diritti” implica
dei sostanziali “doveri” (v. ad es. Art 52 Costituzione). Nel frattempo basta
una Tessera identificativa da detenere e far valere per tutte le eventuali
esigenze (assistenza, benefit, partecipazione, sanità, ecc). Con la maggiore
età il/la titolare potrà chiedere e ottenere (superate le appropriate verifiche)
lo “status” di cittadino in pochi mesi. Dovrà comunque dimostrare di non essere
titolare di altra cittadinanza.
Per analogia. Dare il diritto di voto a 16 anni
non è come consegnare una catenina d’oro di “ornamento”.
Implica da parte del giovane l’acquisizione di una serie di conoscenze storiche
e istituzionali, di nozioni economico/sociali e di rapporti comunitari che
facciano maturare il senso, il valore e la scelta del voto. Al pari delle altre
varie cose che coronano e sostanziano responsabilmente il traguardo della
maggiore età.
Stop a proposte tanto accattivanti quanto “lesive” del futuro di
una Generazione senza Bussola che ….