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Commento di Sui provocatori di professione

su Il vero antisemitismo leghista


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Sui provocatori di professione 18 settembre 2019 16:18

Ecco un bell’articolo già predisposto per interventi di questo tipo che era prevedibile venissero scritti sull’episodio. Siete troppo prevedibili e questi giochini non funzionano più.

Gad Lerner è il provocatore che va a caccia di odio per scatenare guerre

lunedì 16 settembre 6:00 - di Francesco Storace

Chissà se stamane qualche giornale scriverà che Gad Lerner è un provocatore. Rischiando magari di trovarsi sbattuto in miniera dall’ordine dei giornalisti o dal sindacato unico. Eppure, quel tomo lo è. Perché hai diritto – e ci mancherebbe – a tutte le opinioni che vuoi, ma andarle a sbattere sotto il naso di chi mostri ogni giorno di odiare, è insolente. Te le sei cercate, altro che vittima del nulla che ti è stato fatto. Fazzoletti ne abbiamo?

Ci sarebbe bisogno di un giornalismo che informa e non di cronisti che sfidano. Invece, ti svillaneggiano ogni giorno che passa e poi pretendono mazzi di fiori se vanno a fare passerella nella tana del lupo che dipingono come un delinquente abituale.

A Pontida a cercare pedate

Gad Lerner è andato a Pontida sperando di beccare una pedata e non c’è riuscito. Giusto qualche parolaccia e di questi tempi non è nemmeno così grave. Ma ce lo vedreste voi al derby Claudio Lotito in curva sud? Direste che ha esercitato il suo diritto a vedere Roma-Lazio o che è uscito di testa?

E invece di dire falla finita con le tue provocazioni, insorge la sinistra a difesa del povero giornalista insultato dalla gente che aspettava di ascoltare il suo leader, Salvini. Che a un comizio era andata per spellarsi le mani e non per metterle addosso al nemico quotidiano che avevano davanti in carne e ossa.

Certo che è sbagliato prendersela col cronista di Repubblica; e magari non si dovrebbero dire le parolacce – non è carino – nemmeno a Lerner. Ma non è neppure giusto usare i soliti due pesi e due misure.

Non ci siamo dimenticati l’accoglienza riservata ai giornalisti nei meeting dei Cinquestelle. Nel Paese in cui si contesta un crocifisso ad una giornalista Rai si spaccia per razzismo la rabbia delle persone nei confronti di chi attacca ogni giorno la forza politica che seguono.

E’ semplicemente voglia di non trovarsi in mezzo ai piedi chi ti disprezza. Perché Lerner vomita odio contro quelli che definisce buzzurri semplicemente perché non stanno a sinistra. E si sa, non essere rossi è un peccato grave.

Non ha senso ciò che ha fatto Lerner

Ieri si è giocato l’ennesimo quarto d’ora di celebrità – sempre a Pontida si era esibito nel 2016 con lo stesso risultato – e se ne è tornato a casa tutto contento. Magari stamane rimedia un bell’editoriale su Repubblica, la proposta di scrivere un libro “Così ho sventato la morte” e un altro bel programma Rai dal titolo “Al cinismo non si comanda”.

Non è questo il mestiere del giornalista e fanno malissimo i solidali per mestiere a uscire dal guscio per l’ennesima volta. Gad Lerner ha sbagliato perché non ha alcun senso quello che ha fatto. Chi ha detto che il giornalista deve trasformarsi in una specie di Rambo pronto a sfidare il mondo che contesta ogni giorno persino con una indisponente presenza fisica?

Ma se ne stia a casa, si goda i quattrini che accumula e non faccia messinscene utili solo a incattivire gli animi. In giro c’è già tanta esasperazione, non abbiamo bisogno di un Pierino piuttosto attempato per aumentare ancora di più la tensione. Si, Lerner è un provocatore.


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