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Commento di CapoVolto

su Open Arms, il racconto: Diritti umani alla deriva


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CapoVolto 4 agosto 2019 00:09

@Nel merito il mio nemico non è africano, sono i politici che scatenano guerra tra poveri: manifestanti (disoccupati e studenti) contro forze dell’ordine (gente che rischia la vita per uno stipendio da fame), Immigrati e povera gente entrambi senza lavoro e senza tutele, nel frattempo fanno i porci comodi loro. I ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. Non è una guerra tra razze è una guerra tra classi sociali, alimentata perché nella confusione i politici possono fare i porci comodi loro. Mentre i piccoli commercianti chiudono, le grandi catene prendono il sopravvento creando lavoro dipendente con contratti da fame senza tutele. Favori alle banche e alle mafie sono all’ordine del giorno e nessuno agisce seriamente. Il mio nemico non è un morto di fame che rischia la vita per arrivare in Europa, il mio nemico fa affari con le mafie e si fa le vacanze a mare mentre donne e bambini subiscono violenze nelle prigioni in Libia aperte con i soldi dei contribuenti italiani. Dice che tutte le ong sono corrotte, e i corrotti ci sono sicuramente, come Ci sono corrotti tra medici, avvocati, magistrati, forze dell’ordine, ma nessuno criminalizzerebbe una categoria intera invece di incastrare i pochi corrotti che ci sono. E sa perché? Perché ci guadagnano. Il mio nemico mi ha chiamato terrone per una vita intera (come i miei compagni di classe) perché i miei genitori erano meridionali, sosteneva che noi rubassimo il lavoro a quelli del nord ( ma io al nord ci sono nato e cresciuto) e oggi fa lo stesso con gli immigrati. Ma nel frattempo faceva affari con la camorra per smaltire rifiuti tossici, prima al sud poi al nord. Oggi mi chiamano italiano e dicono che i migranti mi rubano il lavoro. Ma io non ci casco, preferisco rimanere terrone, se essere italiano significa aizarmi contro chi sta peggio di me, mentre loro ci guadagnano veramente. Io sono contro chi guadagna sulla pelle dei disperati. Non possiamo accoglierli tutti, non possiamo neanche continuarli a sfruttare e poi pretendere che non restino a morire nei loro paesi. Arrivano qui e li teniamo a posta nella fame così diventano mano d’opera facile per le mafie: così come fanno con gli italiani poveri che vivono nelle periferie delle grandi città. Con i tagli all’accoglienza si sono persi 15mila posti di lavoro di italiani, contribuenti, con figli al seguito. A mio figlio insegnerò che un pezzo di pane diviso in due è meglio della pancia piena e la coscienza sporca. Gli insegnerò che in qualunque parte del mondo voglia andare nessuno dovrà chiamarlo straniero o terrone. Nessun essere umano può essere illegale. Se fossi nato in paese povero avrei fatto di tutto per garantire a me è ai miei figli un futuro migliore, buttando giù a testate muri e barriere. Ma sono nato povero (o meglio precario) in un paese ricco e non credo a chi si arricchisce sulla povera gente, italiani e stranieri. Il mondo è senza confini, questo atteggiamento rischia solo di scatenare una nuova guerra e mentre i poveri moriranno i ricchi saranno sempre più ricchi. Non ci caschi neanche lei


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