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Commento di Persio Flacco

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Persio Flacco 13 marzo 2019 18:31

Il fatto è che si conoscono i crimini del Nazismo ma non si conosce il Nazismo. E’ un po’ come dice il proverbio: "Si dice il peccato ma non il peccatore", così che le vittime appaiono essere state colpite dal "Male", come può essere la follia o la selvaggia brutalità che si nasconde al fondo dell’animo umano. In tal caso, alla fine ci si rassegna: doverosamente si commemorano le vittime, ma non si sa perché o cosa le abbia colpite.

E questo è ovvio se si pensa che per 70 anni il manifesto del Nazismo: il Mein Kampf, è stato interdetto alla lettura e che, ancora oggi, è un testo semiclandestino, o proibito, o la cui diffusione è fortemente osteggiata.

Eppure è lì che si trova la ragione dei campi di sterminio.

Già, la "ragione". Parola che riporta alla mente la frase del Goya: "Il sonno della ragione genera mostri", spesso usata a proposito di ciò che il Nazismo ha fatto, nonostante il suo senso originario fosse diverso, riferito ai mostri che la fantasia genera quando non è accompagnata della ragione.

Il Nazismo, al contrario, fu una ideologia in massima parte "razionale", benché basata su valori che oggi, giustamente, sarebbero definiti "inumani".

Ricordare le vittime è quindi doveroso, ma non gli si rende davvero giustizia se non si conosce il Nazismo. Cosa che alcuni ritengono inopportuna, forse perché i "valori" di quella ideologia ancora sono operanti.


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