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Commento di Marina Serafini

su Il declassamento di Moody's


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Marina Serafini Marina Serafini 23 ottobre 2018 18:15

L’ostinazione può rivelarsi un grande amico per chi vuol superare la barriera di quanto è solitamente additato come l’impossibile, ma quando l’analisi del contesto in cui si sta effettuando la propria mossa è superficiale o comunque non esaustiva, ecco che tale virtù si mostra come nemico assoluto. Sottovalutare l’ambiente è il reato di cui l’uomo finisce col macchiarsi fin troppo di frequente, intanto ch’egli avanza coi suoi modi tracotanti, fieri, e ostinatamente miopi.
Da alcuni anni studio il valore delle immagini mentali sulla vita di ognuno di noi, e ho imparato che il contesto - l’ambiente – è uno dei primi elementi da sottoporre ad esame: quali sono le coordinate entro le quali agisco?

Non esistono bene e male, buono e cattivo se non in funzione di me che esisto come essere umano, qui e ora, coi miei modi, le mie relazioni, e le mie possibilità. Ho imparato anche che si può affrontare l’impossibile decidendo di spostare il limite - quando decidiamo davvero che vogliamo farlo.

Le scelte di questo governo sono coraggiose, azzardate, ostinate, presuntuose, propagandistiche? ...Sono scelte operate da uomini in un mondo di uomini, dove interessi a vari livelli si intrecciano e sovrappongono spesso in totale prevaricazione di quelli sociali.
A questo punto cresce in me la convinzione del fatto che la capacità di percezione che l’uomo ha della Vita sia prevalentemente orientata dal limite della storicità cronologica di cui possa disporre personalmente ogni singolo individuo, tanto da impedire la lucida e appassionata riflessione su quello che i filosofi, un tempo, hanno definito il “Sommo Bonum”, un affascinante ideale regolativo, sia pure, del cui perseguimento abbiamo noi tutti urgente necessità. Da una parte e dall’altra, gli schieramenti politici che si alleano e si confrontano, non fanno che confermare questa violenta noncuranza dell’ambiente, un contesto che viene impoverito, giorno dopo giorno, della sua umanità.

C’è, in merito, chi ripropone la vecchia diatriba cara agli antropologi che contrappone la natura – identificata con gli egoismi particolari – alla cultura – nel senso tedesco di Kultur... Per quanto mi riguarda, ritengo che l’uomo sia naturalmente portato alla compassione e che la violenza individualistica sia solo una distorsione del sano istinto animale di sopravvivenza ed autoaffermazione.

Ma questo è solo il mio punto di vista.


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