Forse è il caso di far notare che la Costituzione italiana è composta di numerosi articoli, che nel loro complesso tendono a definire un ordinamento democratico.
Prima dell’art.67 vengono gli artt. 56 e 58:
"La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto."
"I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età."
Conviene chiarire quella parola "diretto": vuol dire che gli elettori eleggono direttamente i loro rappresentanti, senza intermediari. E’ arduo sostenere che l’attuale legge elettorale, imposta ai sudditi italiani con 8 (otto) voti di fiducia, consenta l’elezione diretta. Gli eletti sono visibilmente decisi dal partito.
E allora prima di discutere se l’eletto debba essere fedele al suo partito sarebbe il caso di ripristinare la rappresentanza, così come prevista dalla Costituzione. Oppure, viceversa, se il parlamentare è lo sguattero del partito, sarebbe il caso di formalizzarlo.
Comunque ha poco senso considerare un singolo articolo della Costituzione senza considerare gli altri articoli a cui si correla.