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Commento di Truman Burbank

su I sentieri interrotti della conoscenza


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Truman Burbank Truman Burbank 28 maggio 2017 23:35

Cercando di scavare a fondo nella conoscenza ho trovato tracce di antichissime conoscenze, le quali credo persistano ancora oggi. Tendo a sintetizzare (sintesi mia, certamente un po’ grottesca) queste forme di conoscenza dicendo che in esse ciò che davvero conta è il percorso, non i contenuti, per quanto essi possano essere rilevanti. E questa conoscenza iniziatica, riservata a pochi, catastrofica (alla Renè Thom, nel senso che l’illuminazione è normalmente improvvisa) da tempo immemorabile si contrappone a quella visione universalistica (la conoscenza per tutti) che venne spinta dalle chiese cristiane e successivamente dalla scienza. (In una visione di ampio respiro lo scontro tra scienza e religione mi appare una scaramuccia per futili motivi). Ma non esistono mai due percorsi uguali (direbbe Eraclito) e quindi ognuno potrebbe trovare il suo percorso. Purchè abbia voglia di vedere e forza per insistere. Certamente la conoscenza spesso si perde. Questo gli antichi lo sapevano bene. E credo pensassero che ciò a volte può essere un bene.

Non volevo essere criptico. Per il mito i miei due riferimenti principali sono "Il mulino di Amleto" e "Il capro espiatorio" di Girard, ma utili spunti sono anche in "Massa e potere" di Canetti e in scritti di Furio Jesi. Per un approccio alternativo alla conoscenza mi accontento del "Tao Te Ching".


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