Grazie anche a medici come Antonio è possibile creare un’informazione fuori dai canali tradizionali generalmente impegnati nel seppellire i rifiuti del sistema. Serve anche un raccordo con i pochi tecnici che si prestano a fare osservazioni molto accurate utili talvolta a evitare impianti che nessun paese civile autorizzerebbe. Mi permetto di ricordare tra queste figure l’ingegnere napoletano Vincenzo Caprioli che ha approfondito molti aspetti relativi alla diffusione degli inquinanti e alle spesso poco note quanto temibili nanoparticelle. Comunque è questa la comunicazione che i cittadini dovrebbeo privilegiare, se vogliono sapere e poi decidere se la salute è un bene primario e comune da difendere prima di arrivare dove qualsiasi conoscenza non salva più nessuno..