Sera, interno treno, verso casa. La lotta quotidiana per tenere gli occhi aperti e non addormentarsi oltre la stazione di arrivo... finchè...
Sul sedile abbandonato c’è un quotidiano. Insolitamente grande - penso - mi ricorda i giornali di venti/trent’anni fa, quando girare pagina controvento era uno sport estremo, con le due pagine aperte che avevano la stessa superficie delle vele di "Luna Rossa".
Leggo il titolo e comincio a trasalire: "La Croce - Organo dell’Associazione "Voglio La Mamma".
Il mio primo pensiero e:"Grande! Un giornale di satira!". D’altronde, la "mission" editoriale sembra essere uscita dalle penne della ex redazione di Cuore. "Meno male" - dico - "Stasera si ride gratis".
Poi, a ben vedere, c’è poco da ridere: otto pagine, di cui l’ultima di pubblicità (sottoscrizione moratoria pro-vita), la terza di "lettere al Direttore" (Adinolfi, chi l’avrebbe detto?), la quinta di "Storie", tanto assurde nel loro approccio ultraterreno con la realtà, da farti credere che in fondo, quello da manicomio sia tu; foto formato "affissioni esterne" per riempire un quarto di pagina, lo spazio che resta, è riempito da un pò di Vangelo.... e da articoli di collaboratori notoriamente equilibrati come Costanza Miriano e il suo campionario di indiscutibili certezze. Visto, si stampi. Il tutto per la modica cifra di Euro 1,50.
Che dire? Quando il tessuto sociale si scioglie, quando il senso di collettività viene messo in discussione, anche le nostre certezze ne risentono, e per alcuni, la sostituzione della realtà con "verità di fede" diventa l’unico modo per dare un senso alla propria esistenza e alle pene di ogni giorno.
Costanza Miriano, Camillo Langone, "Mastino", sono prodotti che intercettano un bisogno, sia pure espresso da una ristretta minoranza: quello di sentirsi dire come vivere la propria vita. Può sembrarci assurdo (e per me lo è), ma queste persone pontificano esclusivamente in funzione della legge della domanda e dell’offerta. Se si vuole depotenziare il loro impatto sulle nostre libertà sociali, faticosamente conquistate, basta non comprare le loro pubblicazioni.
Però, se lo ritrovo sul treno, eccome se lo leggo: quattro sane risate me le faccio volentieri!