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Commento di

su Vivere (e andarsene) da Messina. Le confessioni di un siciliano emigrato


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12 gennaio 2015 15:45

Ormai ad emigrare sono soprattutto i giovani, si sa, e il motivo naturalmente è sempre il solito: manca il lavoro, mancano le prospettive, l’Italia è governata da schifo, e via discorrendo. E questo succede a Messina, a Varese, a Savona, a Cagliari, a Bologna, persino a Milano e Roma. Però c’è anche un motivo di cui non sempre si parla, ma che tutti i giovani italiani con un po’ di sale in zucca sanno bene, ovvero la noia. Oltre ad essere disoccupati/precari e senza futuro, i giovani italiani hanno le p...e girate: della provincialità italiota, della tv spazzatura, di musica tutta uguale, di troppi loro coetanei rintronati, tutti vestiti uguali e già vecchi dentro, della Chiesa che ficca il naso dappertutto, dei tamarri e delle simil-veline, del maschio italico con l’appellativo "tr**a" (e sinonimi vari) sempre sulla punta della lingua, della femmina italica che si crede libera ed emancipata ma non sa stare senza un uomo, dei ragazzetti che fanno sesso promiscuo pur non sapendo nulla sull’argomento... Dei padroni che non puliscono i bisogni che i loro cani fanno sui marciapiedi, dei parcheggi in doppia fila, della connessione Internet che non va bene quasi da nessuna parte, della gente che ti guarda storto se ti vesti in maniera anche solo leggermente diversa dal solito, delle comari di paese, di certe famiglie opprimenti e ingombranti in stile "cosa penserebbe la gente", dell’architettura monocolore e deprimente, di film e serie tv censurati anche in emittenti e orari in cui i bambini non ci sono, perfino di marche e prodotti fantastici che qua non si trovano o quasi. Tutto questo da Aosta a Palermo, in provincia come in città. Anche se, ovviamente, la motivazione principale resta il lavoro.


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