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Commento di Persio Flacco

su Gli ebrei si sposano solo fra di loro?


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Persio Flacco 8 ottobre 2014 01:05

<< Razzista è chi dà ampie dimostrazioni di esserlo; >>

Ampie dimostrazioni che lei non ha dato, perché non ce ne sono.

<< come lei che pensa che non sia un atto antisemita attaccare una sinagoga. >>

Non lo è se la sinagoga è stata trasformata in ambasciata israeliana o in circolo sionista. Può arrivare perfino lei a capire questa banalità, se volesse. Ma bastava leggere.

<< Del resto le cose che LEI ha scritto sono chiare e chiunque le può leggere. Indiscutibilimente frasi che rivelano una mentalità antisemita. >>

A questo punto, se non vuole passare da cialtrone, è bene che me lo dimostri.

<< Per il resto provi ogni tanto a pensare che l’angoscia non è affatto la lente migliore per leggere una qualsiasi realtà. >>

Dipende dal soggetto. A me l’angoscia non piace, e questo mi stimola a cercarne razionalmente la causa per rimuoverla.

<< Cosa che ha dimostrato, commentando altri articoli, come quando ha sostanzialmente appoggiato l’idea complottista sull’attentato alle Twin Towers >>

E avrei fatto questo dichiarando che non essendo io in grado di dimostrare né l’ipotesi dell’autoattentato né l’altra, essendo quindi "agnostico" riguardo all’11/9, non potevo respingere la testimonianza della Bertè?

Che ha bevuto stasera, metanolo al vino?

<< o quella idiozia da mentecatti secondo la quale il Califfo dell’Isis sarebbe un agente del Mossad; cosa che nemmeno un bambino prenderebbe per buona, ma che lei ritiene plausibile.>>

Non uso gli stessi criteri di un bambino per valutare certe ipotesi. Ad esempio non respingo a priori certi indizi. Come fa lei.

<< Queste fantasticherie sono probabilmente la causa delle sue angosce. Si prenda un maalox; è l’unico consiglio che posso darle.>>

Si tenga il consiglio. Ma in qualche modo i suoi sconclusionati insulti mi hanno fatto riflettere.

Vede, io "nasco" come fan sfegatato di Israele. Una roba alla Deborah Fait per intenderci. E stavo bene: nessuna angoscia. Anzi: la faziosità senza compromessi con la quale trattavo ogni questione che riguardasse Israele mi dava la carica. Avevo sempre ragione, in ogni discussione. Potevo sfogarmi incazzandomi su ogni critica da chiunque e comunque fatta.

Poi, pian piano, ho iniziato ad avere difficoltà a giustificare certe cose. Ed è iniziata l’angoscia, che dura ormai da circa 40 anni.

Dunque la capisco perfettamente, sa? Lei sta come un porcello nel brago, perché dovrebbe abbandonare questo stato di grazia? Basta non spingere lo sguardo oltre certi limiti, basta sapersi giustificare in modo acconcio, basta non addentrarsi troppo nella comprensione delle cose, e si può continuare a godere della rassicurante certezza che gli altri sbagliano perché sono antisemiti.

Beh, le dico una cosa: se contribuire, poco o tanto, alla distruzione di Israele significa volere il male degli ebrei, e se questo è essere antisemita, lei è senza dubbio antisemita.

Ma lo è non sulla base di sconclusionate illazioni come le sue, bensì in base ad un preciso e verificabile processo logico.

Magari un giorno di questi glielo espongo.


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