La sinagoga è il luogo simbolo della comunità ebraica: attaccarla significa attaccare gli ebrei in quanto tali, e questo è espressione di antisemitismo.
Attaccare la sinagoga per le azioni che commette Israele significa ritenere ogni ebreo corresponsabile di quelle azioni, e questo è antisemitismo.
Ma questo ragionamento regge se si verificano due premesse:
1. che Israele non rappresenti tutti gli ebrei.
Il fatto che Israele si definisca "Stato ebraico", cioé Stato degli
ebrei, alimenta la confusione tra Israele ed ebrei e tra Israele ed
ebraismo.
Se Israele si definisce "ebraico" allora bisogna supporre che le sue azioni siano conformi all’ebraismo in senso lato, inteso come identità culturale e comunitaria. E questo giustificherebbe quanti estendono allo specifico ebraico, cioè a tutti gli ebrei, le sue responsabilità.
2. che certe azioni ritenute ingiuste o criminali commesse da Israele non siano manifestamente condivise dall’intera comunità oggetto dell’attacco.
Se la sinagoga, intesa come luogo e simbolo della comunità ebraica, per mezzo dei suoi rappresentanti esprimesse la propria condivisione per le azioni commesse da Israele, questo giustificherebbe chi ritenesse almeno moralmente corresponsabile delle sue azioni l’intera comunità ebraica.
Nei casi in cui le due premesse non siano verificate non si può propriamente parlare di antisemitismo.