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Commento di Kocis

su Giovanissimi in piazza ma a far cosa?


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Kocis 22 ottobre 2008 11:20
 
 

 

 

Ma perché i bambini e le bambine non dovrebbero partecipare alle manifestazioni? Specie se la questione posta Li riguarda direttamente, già a partire dalla strutturale e negativa revisione del ciclo della scuola elementare. Che c’è che non va?

La destra politica italica nei giorni scorsi ha strumentalmente e largamente cavalcato questa “tigre”.

E’ ovvio che si scontrano e si confrontano due scuole di pensiero e dell’agire molto diverse.

Le bimbe e i bimbi, tutti aspersi da mielosi zucchero e panna, così come confezionato nel pensiero unico pubblicitario, dopo le ore di presenza a scuola dovrebbe passare il tempo a giocare con  le bamboline (…giusto per allenarsi), allenandosi con i giocattoli che procacciano morte e distruzione: i carri armati, astronavi armate, fuciletti e quant’altro tanto in voga dedicati a spargimento di orrori, o lasciati ad allenarsi nel gioco dei piccoli navigatori cibernetici, alla ricerca di qualche lieta sorpresa lasciata da tanti navigatori sporcaccioni.

Stante questo “pensiero”, i bimbi e le bimbe, i ragazzi e le ragazze ( …… forse servirebbe un limite di età regolamentato per legge) invece che alle civili manifestazioni sociali sarebbe bene lasciarli a casa ( possibilmente da soli) a farli intontire dai veraci e saggi messaggi televisivi che già subdolamente innaffiavano i loro cervelli in tutte le ore.

O forse, a farli rintronare a seguire le gare di auto o moto. Giusto per allenarli fin da piccoli al piacere della velocità, gioia di vita.

O forse ancora, sarebbe meglio portarli allo stadio per fargli assaporare i bei cori razzisti e fascisti, e tutti i corollari di sana “festa” che circondano i guerrieri nel campo, compreso gli annessi atti di violenza.

Molto meglio che questi piccoli cittadini facciano una gioiosa passeggiata all’aperto, in difesa della propria scuola, o a supporto di altre fondamentali questioni come la pace o l’ambiente. Cominciano ad imparare il senso della partecipazione, vero sale della nostra democrazia. Per imparare a crescere da veri esseri pensanti o non da sudditi.

 

Kocis


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