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Commento di

su L'Europa del Sacripante Grillo e la Repubblica Veneta


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12 aprile 2014 06:21

La mia idea di "popolo" è, a quanto pare, assai più ampia della tua. Proprio qui su agoravox ci sono due articoli:

...

che probabilmente avrai già letto. In entrambi si sviscerano le ragioni storiche e si portano esempi anche dall’estero. Io leggo tutte queste cose, e alla fine penso che non me ne frega un accidenti. Per me un popolo è una "certa quantità" di persone che intende riunirsi e sigillare un patto sociale. Punto. Naturalmente è più facile riunirsi se si condividono certe cose come lingua e cultura, ma questo è un di più. 

Capisco, però tu hai fatto riferimento ad un principio codificato in una legge che parla di diritto di autodeterminazione dei popoli. Il problema di quel principio, sacrosanto, è che non specifica cosa sia un popolo, quali caratteristiche deve avere l’insieme di persone per decidere di potersi separare da altro. Nella prassi giuridica di applicazione di quella norma, si fa riferimento ad ex colonie, popolazioni sotto regimi dittatoriali, ma si escludono altri casi perché porterebbero alla riscrizione dei confini territoriali degli stati, molti dei quali sono stati sanciti con trattati successivi alle guerre. Insomma, è un po’ più complicata di come la fai tu, IMHO.

Uh, ma che noia! Mi fai venire in mente Romeo e Giulietta... erano nati nel momento sbagliato e nelle casate sbagliate, quindi non potevano amarsi. Oppure gli omosessuali, che una volta erano condannati a morte e ora pare che possano sposarsi e avere figli. Cerca di uscire un po’ dagli schemi e avere una visione a 360 gradi! Capisco che la Costituzione vieta i referendum su materie fiscali, ma il mio era un esempio.

Non è questione di essere noiosi, ma di voler restare nei discorsi su un piano di realtà. Non c’è nessuna legge che affermi che gli omosessuali vadano discriminati, o meglio li si discrimina in via indiretta in quanto le leggi che consentono l’accesso a determinati strumenti legali non li includono, ma non esiste una legge che affermi che gli omosessuali vadano discriminati in quanto tali. Diciamo che per discriminarli si evita di citarli nelle categorie che possono avere accesso a qualcosa... Invece nel caso dei referendum fiscali o dell’unità italiana è scritto esplicitamente che sarebbero irricevibili. Non è un divieto indiretto, è messo nero su bianco che non si possono proporre referendum sul fisco e che l’italia è una e indivisibile.

Poi per carità, se ne parla quanto si vuole, ma bisogna anche tener presente il dato di fatto. Capisco l’esempio, ma tra i referendum in materia fiscale e l’unione di fatto tra omosessuali c’è una bella differenza: le seconde al momento non sono previste ma non esiste alcuna legge che in principio ne vieti l’introduzione, anzi esistono norme volte a tutelare dalle discriminazioni. E’ un vuoto legislativo. Il referendum fiscale è vietato per legge, non è che non è previsto, è vietato, non c’è alcun vuoto nel codice, c’è scritto NO.

 E, in ogni caso, nessuno vieta di fare un referendum per ABOLIRE il divieto di fare referendum su materie fiscali! 

E quando si farà questo referendum, se passerà, allora si potranno fare referendum in materia fiscale. Oggi no. Il tuo è un periodo ipotetico dell’irrealtà, mi chiedo a che serva discuterne, se sai tu per primo che ciò di cui parli non solo non è previsto dal nostro ordinamento ma è vietato.

Seguendo la tua mentalità, il mondo sarebbe ancora pieno di Romei e Giuliette e di omosessuali condannati a morte, perché la legge o le usanze sono per te sacrosante. Ora, io non dico che non devono esistere leggi, ma se una quantità (una massa critica) di persone è CONTRO una certa legge, occorre almeno farsi delle domande, aprire un dialogo, cercare una soluzione equa.

E chi impedisce dialoghi? Il problema è imporre le soluzioni unilateralmente, e anche questo è impedire dialoghi. I veneti non vogliono discutere dei loro problemi con gli italiani, vogliono staccarsi dall’italia unilateralmente. A me non sembra un dialogo, né una soluzione equa. C’è sicuramente malumore e va intercettato, ma poi la soluzione la si trova assieme - perché fino a prova contraria siamo tutti parte in causa - e non è detto che sia quella che vogliono i veneti. Altrimenti chi non vuole il dialogo sono loro.

Ecco: diciamo che una quantità non trascurabile di persone è CONTRO il fisco italiano (e il contorno di corruzione, sprechi, clientelismo eccetera). Questa quantità si definisce "popolo" (la maggioranza infatti ha detto "sì" all’indipendenza, non "sì" a un’iniziativa di legge popolare per ridurre le tasse del Veneto o far dimettere l’attuale governo). Beh, cavoli loro. Se pensano di essere un popolo, non sarò certo io a vietarglielo. 

Io non vieterei neanche al mio vicino di spacciarsi per Jack lo squartatore, ma non lo trovo molto intelligente perché son quelle situazioni che poi ti mettono una camicia coi bottoni dietro e soprattutto paghi le conseguenze se poi, convinto di essere the ripper, ammazzi qualcuno.

Vedi, io non è che contesto il desiderio dei veneti di portarsi fuori dall’Italia. Io credo nel principio di responsabilità delle scelte, per cui se ti poni contro le leggi dello stato perché davvero credi alla tua causa, poi accetti coerentemente le conseguenze della tua lotta. Il che vuol dire che se fai un reato perché credi in quello che stai facendo, poi vai in galera e non accampi scuse, facendo il perseguitato: sapevi quello che stavi facendo. 

Altrimenti è volere la botte piena e la moglie ubriaca. Siamo tutti bravi a fare i rivoluzionari se poi non si paga dazio. 


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