Quella frase ha turbato anche me, in effetti. Diciamo che avrebbe un senso se per catastrofe si intendesse il concetto matematico e non quello di uso comune. In altre parole, catastrofe come punto critico, diciamo di svolta verso un qualcosa... e non nel senso comune di disastro. Ma ho seri dubbi che Grillo intenda qualcosa che abbia a che fare con le superfici e le funzioni, anche perché nel caso dovrebbe spiegare la sottigliezza ai suoi lettori. Letta così sembra più un: mettiamoci di impegno perché vada tutto in malora e poi balliamo sulle macerie. Più problemi ci sono, più le cose andranno male, più la gente voterà M5S, quindi non conviene risolvere ma acuire.
Fuor di metafora, un conto è finire più o meno per colpa in un burrone, involontariamente. Altro è lanciarcisi dentro gioiosamente. Saltando fuori, in entrambi i casi, dall’auto un istante prima dello sfacelo e lasciando gli altri dentro a pagarne le spese. La metafora ci sta tutta e capisco il senso dell’articolo, così contestualizzato.
RIpeto: a me fanno più paura i grillini di Grillo. Perché loro scelgono di entrare nell’auto e gioiosamente lanciarsi nel vuoto, gli sta bene, sono consci (forse) di quello cui vanno incontro, ma le spese le pagheranno anche tutti quegli italiani che non desiderano certe soluzioni.