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Commento di Persio Flacco

su Ariel Sharon, la via del pragmatismo


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Persio Flacco 15 gennaio 2014 00:17

<< Ma basta leggere Wikipedia per sapere che Hamas “nel periodo che va dal 2000 al 2005, ha effettuato svariati attentati suicidi contro l’esercito israeliano e contro la popolazione civile dello Stato ebraico, che hanno provocato centinaia di vittime civili e militari“. Si tratta quindi manifestamente di un nemico, comunque si vogliano interpretare le sue ragioni, dello stato di Israele. >>

1. Lei sa che Israele ha fatto da levatrice ad Hamas in funzione anti-Fatah? Una strategia che ricorda, ad esempio, la creazione del movimento dei talebani in funzione anti russa in Afganistan.
2. Cosa fosse Hamas lo si sapeva anche prima delle elezioni, ma Israele non si è opposto a che Hamas vi partecipasse. Si sapeva pure che probabilmente Hamas le avrebbe vinte, considerata la corruzione e la condiscendenza del Fatah di Abu Mazen verso l’occupante israeliano e verso gli USA.

<< E’ ovvio che al tempo delle elezioni del 2006 la popolazione palestinese sapeva chi era Hamas ormai da anni e per chi votava scegliendo Hamas. Che oggi ci si stupisca della reazione di Israele, in particolare dopo la presa di Gaza nel 2007, è curioso. >>

Vinte le elezioni occorre riconoscere che Hamas si è sforzata di diventare un movimento responsabile. Forse lei non se lo ricorda ma il governo formato da Hanyeh era tutt’altro che estremista.
Ma proprio questo era il maggiore pericolo per la cupola "sionista": che Hamas si mostrasse come movimento responsabile benché deciso a difendere gli interessi dei palestinesi. Lei non ha idea di quanto sia utile avere un nemico sostanzialmente innocuo ma che buca lo schermo con azioni eclatanti.

Quanto alla responsabilità della popolazione palestinese per la scelta di Hamas lei prefigura un principio abbastanza indecente (e mi limito nell’aggettivazione): che tutta una popolazione sia da ritenere responsabile degli atti di chi la guida.

<< Alla fine lei non fa altro che mettere in luce l’assoluta demenza delle élite palestinesi che, fin dagli anni ’30, hanno condotto la loro popolazione in un dramma suicidale senza fine.>>

Oggettivamente non hanno avuto grandi possibilità di scelta. Tuttavia concordo sul fatto che la dirigenza palestinese avrebbe potuto mostrarsi più sagace e lungimirante.

<< Lei deduce che Sharon voleva dimostrare, e ci sarebbe riuscito, che non si può cedere la terra ai palestinesi.>>

E’ esattamente quello che è avvenuto.

<< “Lo scopo desiderato dalla cupola "sionista" è ottenuto: è "dimostrato" che concedere terra in cambio di pace non funziona, è pericoloso, mette in pericolo Israele e allontana la pace”.

Che gli obiettivi di Sharon fossero questi non solo è indimostrabile, naturalmente, ma appare come un suo faticoso sforzo mentale, che vorrebbe insinuare che ritirando esercito e, forzatamente, i coloni dalla Striscia di Gaza Sharon avrebbe previsto che questo, anziché dare modo ai palestinesi di iniziare a costruire uno stato libero di Palestina dal territorio libero di Gaza, avrebbe provocato quello che ha provocato. >>

Ripeto: è esattamente quello che è avvenuto. Ed è avvenuto per la scelta israeliana di annullare di fatto le elezioni palestinesi con la forza, arrestando parlamentari e membri del governo appena eletto. Lei è molto ingenuo, e non ha la minima idea di che razza di esaltati è composta la cupola "sionista".

<< Ma anche ammesso che i risultati finali corrispondano ai desiderata della “cupola sionista” (ma non potrebbe usare un linguaggio un po’ meno da “volantino proletario” ?), questo dimostrerebbe ancor di più l’idiozia politica della dirigenza palestinese, casomai. Non gliel’ha ordinato nessuno di obbedire ai latenti desideri di Sharon. >>

Nel caso in questione, mi dica, che scelta avevano? Si erano svolte regolari elezioni con il consenso di USA e Israele e con la sorveglianza di osservatori internazionali; era stato formato un gabinetto di governo con garanzie di moderazione e pluralismo. Tutto spazzato via con la forza.

<< Sono incapaci di pensare o il problema è che la loro identità politica andrebbe in pezzi se dovessero accettare la trattativa e che quindi non se la possono proprio permettere ? >>

Hanno grossi limiti, sicuramente. E sicuramente alcune fazioni palestinesi avrebbero una insopportabile crisi di identità se si arrivasse ad un accordo di pace. Ma questo vale ancora di più per la controparte "sionista", che sarebbe persa senza la "minaccia esistenziale" iraniana e senza l’estremismo palestinese.

A proposito: lei pensa che Abu Mazen sia un estremista? E se non lo pensa, quanto crede abbia guadagnato da questa sua scelta moderata?

<< E’ ovvio, alla portata di qualsiasi mente pensante, che una lotta non violenta in stile Mandela, avrebbe portato a ben altri risultati, già decenni fa; ma oggi forse è troppo tardi anche per quella. >>

I "sionisti" non sono come gli inglesi, non hanno modi e finalità paragonabili con quelli. Si legga l’intervista di Fallaci a Sharon: se ha voglia di capire ha modo di farlo.

<< In conclusione Israele ha perso, dice lei. Può darsi. Ma se Israele ha perso che dire, sinceramente, dei palestinesi ? >>

Israele ha perso perché non esiste la minima possibilità che il progetto "sionista" (e non mi riferisco al Sionismo di Herzl) abbia successo. Nel mondo di oggi pensare di fare di un piccolo paese come Israele una nuova Sparta è semplicemente demenziale. Su una scala storica il suo orizzonte temporale non può che essere molto limitato.
Ed è questo alla fine che mi angustia.

<< P.S. quanto ai soldati "sionisti" della Rete, la prego, non sia ridicolo. Sembra uno di quei brigatisti delle fiction.>>

Li definisco in questo modo perché come la truppa, composta di persone con la testa imbottita di alti ideali affinché serva meglio come carne da cannone, non hanno alcuna idea delle vere motivazioni di ciò che fanno.

Lei ne è un esempio.


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