Bene, ora che ci siamo chiariti magari spiego meglio il mio pensiero, che in effetti condensato in poche righe poteva risultare fuori contesto, mentre almeno dal mio punto di vista è collegato ai suoi due articoli (questo e l’altro linkato).
Quando parlavo di gente che sa solo odiare, di giustizia che ormai è assimilata alla sola punizione e tiravo in ballo le reazioni ai casi di cronaca scottanti... mi riferivo al fatto che da tanto mi sembra di assistere ai due minuti d’odio di Orwell. Accendi la tv, guardi il telegiornale e sei bombardato di notizie tese a far uscire il peggio dell’essere umano e a nasconderne altre, distrazione di massa. Ti si informa dei dettagli più scabrosi dell’ennesimo fattaccio di cronaca magari per distrarre da altro, e non solo, perché generare e direzionare l’odio verso un bersaglio preciso è un modo per controllare. Perché diffondere particolari scottanti della morte di qualcuno può servire non solo a distrarre da altro, ma può avere anche una valenza politica, per far passare scelte altrimenti indigeste. Quando c’era la lega nord al governo e chiedeva misure restrittive contro gli immigrati, sembrava che tutti gli omicidi italiani fossero compiuti da extracomunitari, e infatti partivano i linciaggi spontanei, ad ogni caso di cronaca nera. Si crea un clima che fa sembrare necessarie alcune leggi.
Individuare un nemico comune è un ottimo metodo per tenere unita una truppa smarrita, lo sapeva bene Orwell che parlava di guerra contro Eurasia ed Estasia come metodo per controllare le popolazioni. E soprattutto, intelligentemente notava come fosse indifferente individuare il nemico, una volta era eurasia, un’altra estasia, e la gente lì ad odiare, come smemorata, senza la minima consapevolezza storica. Non era importante chi fosse il nemico, ma che ci fosse. Avere qualcuno da odiare.
Sarà, ma a me ultimamente guardare un telegiornale fa lo stesso effetto: premono il tasto e tutti ad odiare Priebke. Poi lo spengono e si discute di ridare i privilegi ai vecchi regnanti, che non è una roba da poco, non lo è per niente, tanto che nella costituzione non c’è alcuna menzione sul vietare i funerali ai criminali di guerra, mentre sono posti espliciti limiti al rientro dei savoia in Italia. I miei genitori sono nati sudditi, la poca memoria storica ci fa dimenticare quanto sia giovane la nostra repubblica.
E poi Emanuele Filiberto sarà un nipote di un re controverso, quindi non è responsabile materiale.... però rappresenta un’epoca, è un simbolo per chi ancora è nostalgico e non rinnega quel periodo... e in fondo, sarà semplicemente un nipote, ma è solo per il vincolo di parentela che accampa diritti!
Beh, io non odio Priebke come non lo stimo, il mio è un giudizio di condanna assoluta ma serena, che però non si limita alla sua persona ma è allargato a chiunque rappresenti quel periodo storico o lo rimpianga e trovo schizofrenico reagire in modo violento alla notizia della morte di un singolo quando poi si discute dei savoia come di un modo per fare i conti col passato e chiuderlo serenamente. C’è una valenza politica in tutto questo, talmente forte da essere stata prevista dalla costituzione, altro che scaletta di disvalori.
E sinceramente, Paolo, sono stufo anche della retorica degli innocenti. La morte degli innocenti. Se fossero stati soldati le loro madri avrebbero pianto di meno? La guerra è una roba sporca, che porta solo morte, e discriminare tra morti accettabili e morti ingiuste, di innocenti, significa solo rendere asettica la guerra, sterilizzarne il senso. Prendere ciò che è stato ampiamente frullato e disquisire se era una carota o un cavolfiore, quando ormai è tutta poltiglia.