Sono d’accordo con lei che serva studiare.
Sul fatto che bisogna interessarsi a chi scrive gli articoli, ok, ma per me rimane più importante giudicare la fondatezza delle idee prima e poi, magari, giudicare le persone.
A me ha dato fastidio la critica generale al complottismo, non la parola in se.
Dire complottista, comunista, fascista, o gay, nel modo in cui lei lo ha fatto è un modo per focalizzare la critica sulla persona più che sui fatti. Inoltre, ha individuato un gruppo di argomenti "complottisti": i segni nel grano, le scie chimiche ed i chip impiantati sotto la pelle; sempre allo scopo di rendere ridicolo il "complottismo" (immagino che lei abbia molta competenza in materia per definire tali argomenti paranoici). Questo è profondamente scorretto, perché le critiche devono essere specifiche e non generali: es. quella persona ha detto questo, e io ti dimostro con questa prova che è sbagliato.
Gli articoli che mi piacciono sono quelli che danno delle informazioni, e non delle opinioni.