"Chi ha ragionato e non approvato i quesiti proposti, ha detto la sua, ma ha anche contribuito a far sì che nessuno si esprimesse a favore oppure anche contro in un referendum popolare."
Io non ho impedito il resto di niente, chiunque poteva firmare e non lo ha fatto, esprimendosi liberamente in tal senso.
Sarebbe stata impedita l’espressione del popolo se fosse stato impedito ai radicali di mettere i banchetti e propagandare i referendum. Avrei impedito agli altri di esprimersi se avessi boicottato attivamente la pubblicizzazione dei referendum.
Non mi risulta sia avvenuto.
Io non ho boicottato attivamente niente, mi sono limitato a non supportare. Agli attivisti radicali è stato permesso di pubblicizzare il referendum, come previsto dalla legge. Non c’è stata alcun impedimento di espressione di un ipotetico consenso.
Se le persone non hanno firmato esistono tre spiegazioni:
1) gli attivisti non sono stati in grado di convincere della bontà dei quesiti
2) i quesiti non erano tanto interessanti per la maggioranza degli astanti, tanto da non raccogliere il numero minimo di firme previsto
3) una combinazione dei succitati elementi
In tutti e tre i casi forse è necessario un esame critico da parte dei promotori che o non sono stati in grado di spiegare le loro ragioni, oppure hanno posto quesiti privi di interesse, tanto da non raccogliere il numero previsto di firme. I referendum si basano sul consenso: se non c’è in fase di proposta, difficilmente ci sarà alle urne, con la differenza che il voto referendario ha un costo.
Il problema dei referendum è che non si limitano a porre una questione ma ne indicano la soluzione: abrogazione di tot legge. Soluzione che è aleatoria, politica, di parte. Ad alcuni piace, ad altri no. Chi vuole proporre la SUA soluzione ha l’onere di trovare i propri sostenitori, gli altri hanno il diritto di fare spallucce e passare oltre.
Se non si trovano sufficienti sostenitori forse la propria soluzione è impopolare oppure non la si è spiegata bene.
Ma ovviamente è colpa mia che ho impedito l’espressione a favore di chi poteva firmare al pari mio e non l’ha fatto, al pari mio.