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Commento di

su Italia: benvenuti nella paese dell'assurdo


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15 settembre 2013 17:27

Mi permetto uno spunto polemico, spero di non uscire troppo dal seminato.


Non ho mai amato eccessivamente il politicamente corretto perché spesso tende all’eccesso dell’ipocrisia o del curare la sola forma, ma non mi sembra questo il caso... 

... ma se la direttrice scolastica era una suora, c’è qualcosa che non quadra, a mio avviso. I cattolici non sono quelli contro l’aborto, quelli contro la diagnostica prenatale (termine scorretto ma ci siamo capiti, spero) e che pretendevano l’assenza di controlli di alcun tipo sugli embrioni da impiantare obbligatoriamente perché altrimenti si fa eugenetica... e la vita umana ha valore... non esistono bimbi di serie B, la malattia è quasi un dono del signore e non è giusto abortire se si sa di portare in grembo un futuro bimbo destinato ad una vita breve e/o piena di sofferenza... vabbè, non ricordo con precisione tutta la retorica annessa, ma credo di non aver detto castronerie nel mio sunto né di aver toppato nell’attribuire la paternità di certe uscite ad esponenti e militanti di movimenti per la vita di matrice cattolica.

Insomma, questi bimbi devono nascere perché si fa eugenetica in caso contrario, ma poi li si deve tenere separati rispetto agli altri perché molto malati e i bimbi (normali) si impressionano?! Noto solo io una specie di contraddizione?

Ribadire le differenze per mostrarsi caritatevoli, gli unici caritatevoli, notevole.

Alle elementari una mia compagna di classe morì di leucemia. Non avevamo 4-5 anni ma non eravamo molto più grandi. Un giorno smise di venire a scuola e sapemmo che era gravemente malata, anche se per noi leucemia era solo una parola. L’anno successivo, quando ormai eravamo quasi disabituati a considerarla una compagna di classe, una di noi, ci arrivò un invito da parte dei genitori tramite la maestra, perché per lei eravamo i suoi compagni di classe e ci voleva vedere. Andammo a casa sua praticamente tutti, lei era gonfia, infagottata in un pigiamone anche se faceva caldo, non aveva più i capelli in testa. Molto diversa da come la ricordavamo. Ci fu un po’ di imbarazzo da parte nostra perché non ce l’aspettavamo, ma la cosa che mi colpì e tuttora ricordo era la felicità nei suoi occhi, neanche fosse stato il suo compleanno. Noi eravamo preparati ad un’atmosfera piagnona, a compatirla, perché anche se piccoli un po’ avevamo capito cosa significava, lei era felicissima, sembrava la reginetta della festa. Oggi comprendo che per lei, una cosa normalissima come il frequentare i compagni di classe, cosa alla quale non si dà alcun peso quando puoi perché tanto ti tocca visto che devi andare a scuola, era diventata un desiderio difficilmente esaudibile: date le sue condizioni credo che difficilmente abbia avuto la possibilità di giocare o frequentare altri bambini. Di quel pomeriggio ricordo un po’ le sue condizioni fisiche, ma mi è rimasta impressa essenzialmente la sua felicità, quasi incomprensibile. Per noi era un evento abbastanza normale, se non triste, per lei forse sarà stato uno dei giorni in cui non era più una malata, ma una bambina che vedeva i suoi compagni di classe, nonostante le condizioni.

E’ morta poche settimane dopo. Non avevo 3-4 anni, ma quell’episodio, ora che sono adulto, mi è rimasto impresso come uno dei primi contatti con la morte, perché prima da piccolo avevo visto o sentito parlare di morte di persone grandi, non miei coetanei. E mi è rimasta una sensazione di dolcezza nello stare vicini a chi soffre, perché al di là della debolezza fisica che era evidente anche per noi bambini, al di là di tutto, era ancora lei e quella visita fu bella anche per noi. Confesso che molti di noi sperammo di rivederla a scuola, non avevamo capito che probabilmente avevamo esaudito l’ultimo desiderio di una bambina destinata a morire, credevamo stesse meglio.

I bambini hanno bisogno di stare coi bambini, anche se gravemente malati, specie se gravemente malati. I disabili adulti sono ex disabili bambini tenuti segregati, perché gli altri non avrebbero capito... o si sarebbero turbati... e mi fermo qui considerando il corpo cui appartiene quella direttrice scolastica.



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