“Visto che
sto dialogando con lei non mi pare si possa dire che ho l’intenzione di
zittirla”: però
considera il mio commento una specie di propaganda bellica solo perché mi sono
permesso di ritenere la teocrazia iraniana un superamento regressivo del regime
dello Shah.
“Dissento
energicamente da questo”. Dissenta pure, è legittimo.
Ma lei
ritiene che il problema dell’esistenza di Israele sia ormai risolto solo perché
qualche paese arabo - anzi, il regime dei burattini più o meno filooccidentali che
guidano qualche paese arabo - ha deciso di “proporre” a Israele un piano di
pacificazione in cambio di non si sa cosa.
La questione
sarebbe parecchio discutibile, ma bisognerebbe che qualcuno potesse intanto prenderla sul serio, cosa che non a caso non è avvenuta. Ma forse solo D’Alema l’aveva ritenuta da valutare. Fino a
che Hamas, Hezbollah, Siria e Iran sono politicamente all’opposto di quello come di qualsiasi altro
piano di pace, la cosa non è credibile.
Io non ho
alcuna fiducia nella “cupola sionista”, dal momento che è ampiamente schierata
a destra; non vedo perché mi accredita di queste simpatie. Ritengo che i guerrafondai di entrambi gli schieramenti debbano essere "prevaricati" dai trattativisti. E che fino a che questo non succede, nulla di buono capiterà con danni sempre più gravi per la popolazione palestinese in primis.
“Personalmente
credo che il destino naturale di Israele sia l’integrazione tra gli stati e i
popoli dell’area. Questo sarebbe una fortuna per entrambi: per Israele e per
quei popoli. Opporsi a questo destino è dissennato, fermarlo sarebbe un
disastro”. Sono d’accordo, è la scoperta dell’acqua calda. Il problema è come
arrivarci visto che ci sono due torti e due ragioni (ma questo a lei sembrerà
inaccettabile).
“Allora si
che vi sarebbe uno scontro. Il fatto è che vi sono armi e fantocci occidentali
in terra arabo islamica e non il contrario”. Tutta la storia dei rapporti fra
islam e cristianità è una storia di violenze reciproche, ben prima che
esistessero “fantocci occidentali”. La storia non è un optional.
“l’assedio
di Gaza”: non specifica se intende “assedio israeliano” come viene inteso di
solito. In caso faccio notare che pochi giorni fa i militari egiziani hanno
chiuso il valico di Rafah e che pochi mesi fa Morsi fece allagare i tunnel tra
Egitto e Gaza (http://www.ilmanifesto.it/area-abbo...).
Non esiste quindi alcun “assedio israeliano” se per caso è questo che intendeva.
“Direi che
non c’è da essere fieri nell’essere stati concausa del successo degli ayatollah”.
Io non sono fiero di niente, tantomeno di essere in qualsiasi modo coinvolto
nei golpe della CIA. Ma non vedo cosa c’entri questo con una analisi culturale
del regime degli ayatollah.
Da un uguale
golpe CIA con annesso sanguinoso regime militare durato anni, il Cile è uscito
con una democrazia parlamentare; l’Iran con un regime teocratico. Possiamo dire
che è un “superamento involutivo” anziché evolutivo ?
Il problema
dell’Islam è che permette poche opzioni: o sistemi laici dittatoriali e spesso
militarizzati o teocrazie più o meno estremiste che non accettano opposizioni. La Turchia rappresentava una terza, rarissima per non dire unica, via di convivenza laici-religiosi, ma mi pare che Erdogan abbia gettato la maschera.
In ogni caso ci siamo allontanati troppo dal contenuto dell’articolo. La saluto.