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Commento di

su PD: il trionfo dell'antipolitica


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8 luglio 2013 22:24

"Sta agli italiani comprendere e giudicare chi merita il loro voto". Giustissimo. Ma se il voto non se lo merita nessuno?

Io distinguo politicamente i cittadini italiani (elettori), in quattro categorie, assolutamente trasversali, in base a diversi gradi di evoluzione (intendo mentale e non anagrafica).

La prima è quella degli "infanti", che vogliono solo il "ciuccio": sono acriticamente dipendenti dai loro beniamini, ai quali attribuiscono quel ruolo paterno e materno insieme, che li rassicura e li conforta.

La seconda è quella dei "fanciulli", che sono virtualmente indipendenti, ma non se la sentono di mettersi in gioco, quindi si isolano e non partecipano né al confronto né al voto, perché "non gli interessa".

La terza è quella degli "adolescenti", che provano insofferenza e ribellione, a volte giustamente e a volte no, ma non riescono ancora ad elaborare risposte razionali: si dimostrano emotivi ed impulsivi, contestano "il sistema", ma non sono in grado di formulare soluzioni veramente alternative e sufficientemente realistiche; non rinunciano alla protesta, ma finiscono per adeguarsi.

La quarta è quella degli "adulti", che chiedono conto, perché esigono il rispetto che gli si deve; non hanno una specifica rappresentanza politica perché hanno raggiunto un equilibrio autonomo, camminano sulle loro gambe e diffidano di chiunque gli porga il "girello", proprio perché sanno di non averne bisogno; non si legano a nessuno e si riservano sempre la facoltà di scegliere chi votare, ma anche SE votare; di decidere, ma anche di cambiare idea se necessario, perché ormai sono perfettamente in grado di assumersi comunque la responsabilità delle proprie scelte.

Il tatticismo (ben definito nell’articolo) dei partiti "classici" (tra cui PD e PDL) punta principalmente sulla prima categoria; quello dei partiti "alternativi" (come Lega e M5S), più sulla terza. La torta (elettorale) da spartire è tutta lì, perché le vacche da mungere sono quelle. La seconda e la quarta categoria vengono trascurate entrambe, sebbene per opposti motivi: la seconda semplicemente perché è inerte; la quarta, invece, perché non lo è: chi pensa con la propria testa, infatti, non se la fa mettere sotto i piedi da nessuno; non accetta passivamente le proposte politiche, ma nemmeno si limita a disinteressarsene: bensì "osa" giudicarle, discuterle e anche rifiutarle del tutto, se nessuna di queste gli risulta valida.

Come giustamente osservato dall’Autore, il tradimento e l’antipolitica generano astensionismo. Ma la mia vera preoccupazione non è l’astensionismo in sé (né quello che a questo punto definirei "di tipo 2", né quello "di tipo 4", in riferimento alle suddette categorie), perché (a mio modesto parere) la vera anomalia, in Italia, è proprio questa sciagurata partitocrazia tatticista e affamata di potere, che senza farsi scrupoli si preoccupa esclusivamente di allattare gli "infanti" e adescare gli "adolescenti" (le categorie più "affidabili", facili da condizionare, meno impegnative e più remunerative); e senza alcun ritegno, insieme ai propri doveri ignora totalmente sia i "fanciulli" (categoria innocua ma refrattaria), sia gli "adulti": categoria quest’ultima invece scomoda, fastidiosa, e quindi proprio per questo destinata a finire sistematicamente cancellata, "neutralizzata" e gettata nel nulla. Congiuntamente alla democrazia, però.

Manny


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