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Commento di

su Concordato: un'intesa da annullare


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7 luglio 2013 17:00

Egr.Dott. Della Pergola, non vorrei tornare su quanto ho già espresso e che confermo, ma forse ci sono alcuni punti da precisare. Tanto per cominciare, l’8x1000 è una quota dell’IRPEF, che è una imposta e non una tassa; inizialmente è stato finalizzato al sostentamento del clero cattolico, poi esteso anche ad altre confessioni religiose; di conseguenza l’UAAR non vi può accedere perché NON è una comunità religiosa. Ma proprio trattandosi di una imposta, affermo: "se dovuto allo Stato, allora da questo dovrebbe essere amministrato, direttamente e non da enti privati". E nella Sua replica leggo: "Se questa specifica volontà non è espressa, la tassa - come ogni altra tassa - deve essere incamerata dallo Stato", il che è QUASI la stessa cosa, ma bisogna tener presente che tale gettito è finalizzato integralmente, cioè anche per la parte non espressa, il che significa, appunto, che dovrebbe essere gestito dallo Stato, ma solo per perseguire le stesse finalità, proprio perché non può essere incamerato e sommato a quello delle altre imposte. Ma essendo tale soluzione antieconomica per lo Stato stesso, si è preferito redistribuire la parte non espressa agli stessi enti titolari e a questo punto il criterio della proporzionalità è stato inevitabile.

Ribadisco che concordo sul fatto che "sembra legittimo chiedersi per quale motivo i cittadini italiani debbano volontariamente/obbligatoriamente sostenere l’apparato gerarchico della Chiesa"; ma a parte che forse una spiegazione ci potrebbe anche essere, tale interrogativo dovrebbe riguardare, eventualmente, anche tutti gli altri enti interessati (incluso l’UAAR, a maggior ragione) e non solo la Chiesa Cattolica. Il criterio dei requisiti morali, poi, non è applicabile così come espresso, per due motivi: 1) la condizione per usufruire dell’8x1000 non riguarda l’integrità morale di singoli individui, ma l’utilità sociale delle attività svolte dai vari enti; 2) fermo restando lo sdegno per i casi di pedofilia o altro, questi non potrebbero comunque costituire un motivo di perdita di requisiti da parte della Chiesa, perché la sua finalità NON è di commettere alcun tipo di delitti, per cui tali comportamenti sono una contraddizione personale di chi li commette e non riguardano l’ente di appartenenza (sarebbe come abolire tutte le Forze dell’Ordine perché alcuni poliziotti hanno commesso un furto).

E’ vero che la ricerca sul cancro "si svolge negli ospedali, nelle case farmaceutiche e nelle università", ma questo non vuol dire che non sia a carico dei cittadini: non lo è direttamente, ma gli ospedali, le case farmaceutiche e le università, chi le mantiene? Per quanto riguarda i contributi all’editoria, sapevo già di cosa si tratta: il senso non era di metterli in discussione se non, eventualmente, per quell’aspetto che non riguarda tanto il vantaggio dei cittadini di poter fruire di proposte culturali multiformi, quanto quello di cui godono alcuni speculatori travestiti da intellettuali, che stampano e distribuiscono senza vendere nulla al solo scopo di intascare contributi. Se la cultura fosse questa... Cordialmente.

Manny


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